Le opere di Xavier Veilhan piu che sculture rappresentano un approccio all'arte stessa, alla forma ed alla sua funzione. In Veilhan c'è una ricerca costante dell'iterazione con lo spettatore piu che la creazione di oggetti in quanto tali. Le sue sculture si rivolgono non tanto alla rappresentazione della forma, ma alla rappresentazione della sua idea, all'esperienza che ogni forma esercita perchè codificata nella memoria collettiva della storia dell'arte.

 

Veilhan fa un percorso inverso rispetto alla tradizione della scultura tradizionale; egli dallo stereotipo estrae il proptotipo: l'idea che ne è all'origine. Questo percorso non può prescindere dal contatto con l'esperienza dello spttatore, con il concetto che egli ha di quella idea. Una carrozza trainata da cavalli in corsa conserva appunto solo l'idea di ciò che rappresenta e restituisce ciò di cui essa è composta: il senso di velocità, di energia, di movimento e la distorsione dinamica che questo pruduce nella forma. Le figure antropomorfe dell'artista sono quindi prive di dettagli, del superfluo, ridotte all'essenziale e quindi private di ogni introspezione psicologica personale, sono essenzialmente l'idea di quel che si vede: un orso, un cavallo, un uomo, una donna.

 

Nel lavoro di Xavier Veilhan il richiamo alla sperimentazione futurista di Boccioni e del suo concetto di scomposizione e riduzione all'idea è quindi evidente e volontaria, ma Veilhan si spinge oltre; le energie richiamano Malevich con contaminazioni dadaiste e della tradizione della pop art. 

 

 

           Marco O. Avvisati