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Peter Demetz

L’opera scultorea di Peter Demetz si definisce in un tempo chiaramente definito, all’interno di uno spazio anonimo e quasi astratto, troviamo luoghi popolati da un’elevata intensità spirituale. Le sculture di Demetz sono dei piccoli palcoscenici per gli atteggiamenti, le situazioni e i problemi ordinari della gente, creati in base alle osservazioni dell’artista oppure alle sue stesse fotografie e ai suoi modelli: le casuali conversazioni degli amici, un contatto intimo, uno sguardo di passaggio, un momento di intensa riflessione, uno sguardo dentro di sé, il tutto sospeso nel vuoto di uno spazio illusorio. Sono persone colte nella loro intimità, e sempre sorprese, mai in posa, prevalentemente di spalle davanti a un muro o a uno specchio.

 

Questa è la raccolta di gesti di Demetz, vetrine-diario piene di riflessioni, specchi delle emozioni e delle elementari passioni della gente, rappresentate con ricercatezza unica nell’immobilità di un contesto architettonico essenziale. L’artista enfatizza la relazione fra le figure e l’architettura e sottolinea il gioco spaziale fra vicinanza e distanza. Nessun contatto visivo è mai stabilito con l'osservatore, come se queste figure siano rimaste intrappolate nel loro mondo, dove sembrano essere consapevoli di essere osservati, e dove lo spazio è rivolto verso l'osservatore. 

 

           Marco O. Avvisati

 

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IAM Contemporary art: Colore

 

Peter Demetz: "Il colore per me è innanzitutto luce, o meglio, riflessione di luce. Il colore è un qualcosa che possiamo assorbire, ricevere in regalo come dei raggi di calore o un sorriso di una persona. Quando penso ai colori in generale mi persuade una sensazione piacevole, un senso di gratitudine. I colori per me sono sempre e tutti affascinanti, una cosa della quale posso stupirmi …

È il contesto nel quale vengono presentati, la combinazione fra di loro o le forme sulle quali sono sparsi che possono farli apparire anche tristi, minacciosi oppure strillanti.

Senza forma, senza contesto descritto, il colore rimane un mistero tutto da scoprire e uno spazio nel quale poter perdersi."

 

IAM: Forma

 

P.D.: "Le forme in generale le percepisco come dei contenitori. Dei contenitori di una massa e di uno spazio. Di conseguenza interagiscono, sempre, con il loro spazio circostante. Le forme portano in sé una certa oscillazione; appunto perché sempre in continua relazione con lo spazio vuoto e le altre forme in concomitanza. L’aspetto, la sensazione che emana una forma, cioè un corpo tridimensionale, è in continuo cambiamento. Se un colore è uno spazio in cui perdersi, la forma è uno specchio nel quale riflettersi, una risposta, una forza che descrive la nostra posizione nello spazio, la nostra fisicità. La forma per me è un riferimento."

 

IAM: Emozione

 

P.D.: "Assieme alla riflessione, l’emozione è forse la cosa più importante nell’arte. È la parte irrazionale e meno descrivibile degli esseri viventi. E secondo me, l’emozione è quella parte in noi che dà senso all’arte.

Segno:

Per me il segno è un attrezzo. Di per sé ha poca importanza, è un utensile necessario a servizio dell’estetica. È un particolare come una lettera dell’alfabeto."

 

IAM: Ricordo

 

P.D.: "Sorgente. La sorgente di quasi tutto …"

 

La nostra intervista esclusiva a Peter Demetz

IAM Contemporary art è una iniziativa curata e prodotta dalla associazione MADE Artis Comunicatio che ne detiene tutti i diritti

www.madeartis.org

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