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  • Immagine del redattoreMarco O. Avvisati

È DEDICATO A GUSTAVE COUBERT IL NUOVO VIDEO DIDATTICO DI IAM CONTEMPORARY ART PER CAPIRE L'ARTE



«Ho cinquant’anni ed ho sempre vissuto libero; lasciatemi finire libero la mia vita; quando sarò morto voglio che questo si dica di me: Non ha fatto parte di alcuna scuola, di alcuna chiesa, di alcuna istituzione, di alcuna accademia e men che meno di alcun sistema: l’unica cosa a cui è appartenuto è stata la libertà» Questo diceva di se...

Gustave Coubert “L’uomo ferito” (1844) - iamcontemporaryart.com

Gustave Coubert “L’uomo ferito” (1844)


Gustave Courbet (1819-1877) è il pittore francese che per primo usò il realismo pittorico in funzione polemica nei confronti della società del tempo. La sua attività di artista iniziò intorno al 1840 a Parigi con opere di ispirazione romantica. La svolta realista avvenne intorno al 1848 anno in cui, con la rivoluzione di febbraio, la Francia proclamò la seconda repubblica. Da quel momento Courbet iniziò a realizzare quadri di grandi dimensioni con figure monumentali ma che rappresentavano persone comuni prese in situazioni del tutto ordinarie. Capolavoro di questo periodo è il «Funerale a Ornans». In questa tela il funerale viene presentato con una fedeltà fotografica tale da rendere la scena, sul piano estetico, decisamente brutta. Sempre di questo periodo è la tela raffigurante «Gli spaccapietre», anch’essa di taglio fotografico e monumentale.

Sintetizzano il pensiero di Courbet sull’arte queste sue affermazioni: "Ho studiato l’arte degli antichi e quella dei moderni. Non ho voluto né imitare gli uni, né copiare gli altri. Ho voluto essere capace di rappresentare i costumi, le idee, l’aspetto della mia epoca secondo il mio modo di vedere; fare dell’arte viva, questo è il mio scopo".

Gustave Coubert L’origine del mondo, 1866 - iamcontemporaryart.com

Gustave Coubert L’origine del mondo, 1866


Fondamentali, nella formazione culturale di Courbet, furono il poeta Baudelaire e il filosofo anarchico Proudhon. Il primo gli diede gli elementi polemici nei confronti del sentimentalismo romantico; il secondo gli fornì l’ispirazione politica della sua poetica. Ma non meno importanti, nella sua formazione di artista, risultarono gli studi effettuati sui pittori olandesi del Seicento, tra cui Rembrandt, la cui «Ronda di notte» è uno dei precedenti più significativi per il taglio compositivo dei quadri di Courbet.

La sua pittura suscitò notevole scandalo tanto che le sue opere furono sempre rifiutate dai Salon. Egli, polemicamente, nel 1855 le espose in una capanna precaria che chiamò «Il padiglione del realismo».

Gustave Coubert Gli amanti in campagna, 1844 - iamcontemporaryart.com

Gustave Coubert Gli amanti in campagna, 1844


Nel 1855 Courbet decide di allestire una mostra personale nell’edificio “Il Padiglione del Realismo” dove raccoglie tutte le sue opere rifiutate dal Salon e realizzate dopo il 1840. Con questo gesto eclatante prende le distanze dalle correnti che avevano influenzato inizialmente le sue opere e non espone alcun dipinto in cui era stata ritratta la sua compagna Virginie da cui viene abbandonato. Nello stesso anno realizza un altro capolavoro, “L’atelier del pittore”, il cui titolo originale era inizialmente “Allegoria del reale” perché ogni figura ritratta e ogni sguardo sono nello stesso tempo reali e simbolici.

Gusteve Coubert “L’atelier del pittore” - iamcontemporaryart.com

Gusteve Coubert “L’atelier del pittore”

Opera molto complessa viene disprezzata dai suoi contemporanei che la giudicano carente dal punto di vista del profilo della composizione e del disegno, raffigura sulla sinistra “la gente che non vive“: persone infelici che non riescono a raggiungere la serenità perché sopraffatti dalle passioni e da necessità prettamente materiali. Il rabbino potrebbe simboleggiare nello stesso tempo la religione, ma anche la discriminazione sociale nei confronti degli ebrei. Il bracconiere con i cani ha lo sguardo volto verso il basso e sembra guardare tutti quegli oggetti simbolici di un Romanticismo ormai obsoleto: una chitarra, un cappello con le piume piumato e un pugnale. Il mercante che offre le sue stoffe pregiate simboleggia il commercio, ma anche l’avidità di chi presta solo attenzione agli oggetti materiali. La prostituta rimanda alla degradazione morale e il pagliaccio, simbolo del teatro, può riferirsi anche alla maschera della falsità. Ma la figura più tragica è quella della donna che allatta il suo bambino. Si tratta di una donna irlandese simbolo della grave crisi che ha travolto il suo paese.

Gustave Coubert “Donna nuda con cane” (1861-62) - iamcontemporaryart.com

Gustave Coubert “Donna nuda con cane” (1861-62)


Sullo sfondo emerge con una postura innaturale una statua di San Sebastiano. Un’immagine forte che rimanda a quell’arte accademica intrisa di convenzioni fasulle e opprimenti tanto detestate da Courbet. E infine una citazione letteraria è racchiusa nel teschio sul giornale; un pensiero del grande amico del pittore, il filosofo Proudhon, che definisce i giornali “i cimiteri delle idee”. Al centro c’è lo stesso pittore nell’atto di dipingere un paesaggio presso Ornans; gli sono accanto la sua modella e un bambino. I due osservatori mostrano una grande attenzione nei confronti del dipinto che il pittore sta ultimando; il bambino sembrerebbe simboleggiare l’innocenza di chi guarda in modo obiettivo e senza pregiudizio alcuno. La modella raffigura la Nuda Verità della tradizione classica. A destra vi sono gli amici del pittore, “la gente che vive della vita”, coloro che hanno scelto di allontanarsi dal mondo materialista e di vivere in modo spirituale. Tra le figure ritratte si riconoscono Baudelaire, Proudhon, Promayet e Champflery. Sullo sfondo due innamorati sembrano inviare il messaggio dell’amore da intendere in senso universale.

Gustave Coubert Il sonno, 1886 - iamcontemporaryart.com

Gustave Coubert Il sonno, 1886

Il peso della composizione si trova al centro dove la luce rischiara pienamente la tela del pittore e mette in risalto i colori chiari della donna nuda e si contrappone alle tonalità cupe dei ritratti posti a sinistra; a destra invece i volti appaiono più luminosi proprio per evidenziare il contrasto tra la vita e la morte. Di seguito un breve video mostra le immagini delle maggiori opere di questo grande artista.

Nel 1870 il pittore partecipò all’esperienza della Comune di Parigi e per questo motivo, nel 1873, fu arrestato e condannato a sei mesi di prigione. Si rifugiò in Svizzera dove morì del 1877.



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