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  • Immagine del redattoreMarco O. Avvisati

A Parigi, la primavera dell'arte africana


Fino al 28 maggio un festival alla Villette esplora tutti gli aspetti dell'arte contemporanea del Sud del mondo: fotografia, dipinti, installazioni, cinema e musica. In programma mostre, film e concerti in varie zone della città.

"More sweetly Play The Dance", frame del video di William Kentridge (2015)

L'Africa a Parigi (e non solo). La Grande Halle della Villette, la Fondation Louis Vuitton, il Grand Palais e il museo Dapper nella capitale, la stazione Saint-Sauveur à Lille e gli Abattoirs à Toulousee accolgono - fino a giugno - le opere di artisti contemporanei di un continente spesso dimenticato. Soprattutto in Francia. In America qualcosa di importante è già successo. E' emerso un movimento di giovani neri capace non soltanto di protestare per le strade, ma anche di influenzare le scelte politiche, di farsi ascoltare nelle stanze del potere, di diventare pensiero egemone in larghi settori della società americana, arte e moda compresi.

video di Leila Alaoui Crossings

Dice Suzanne Pagé, direttrice artistica della Fondation Louis Vuitton: "Siamo all'inizio di qualche cosa. C'è un'apertura a un mondo che il pubblico francese non conosce". "Abbiamo notato un grande interesse" nota Marie-Ann Yemsi, commissario de l'esposizione "Le jour qui vient" à la Galerie des Galeries (Lafayette), che riunisce una quindicina di artisti emergenti, riconosciuti a livello internazionale salvo in Francia. "Più che di una moda parlerei piuttosto di un aggiornamento. Dalla decolonizzazione degli anni Sessanta, la Francia ha accumulato ritardo rispetto alla Germania o alla Gran Bretagna"

Mimi Cherono Ng'ok, senza titolo, 2014


La mostra: il festival multidisciplinare della Villette è l'occasione per scoprire tutta la diversità, la giovinezza, la complessita e la creatività del continente. Alla mostra "Afriques Capitales" una sessantina di artisti del Soudan, dell’Africa del Sud, della France, del Senegal, e dell’Angola svelano le loro opere. Sospeso da un tetto metallico della Grande Halle, le tre sculture del camerunese Pascale-Marthine Tayou intitolate Falling Houses invitano ad abbondanare ogni certezza e a guardare il pianeta da un angolatura diversa. Onirica, quasi surrealista. Come le nuvole in sacchi di plastica dell'Egiziano Nabil Boutros che, circondate da filo spinato, incitano a "pensare ai propri sogni e raccontano com'è difficile sbarazzarsi degli ostacoli".


Nel crocevia di culture, tecniche e provenienze diverse, l'esposizione della Villette pone la questione dell'identità Africana da saggiare passeggiando fra le foto giganti che punteggiano i giardini e il parco dell'ex mattatoio.


Marco O. Avvisati

VADEMECUM:


TEL: + 33(0)140037575 - dalle 9:30 alle 16:30

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