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  • Immagine del redattoreMarco O. Avvisati

Hyperplanes di Fabio Giampietro, il progetto immersivo, arriva a Bologna in occasione di ArteFiera


Palazzo Bevilaqua Ariosti

Via D'Azeglio, 31 Bologna

da giovedì 26 a domenica 29

MAPPA


"Hyperplanes of Symultaneity" è un progetto multimediale di Fabio Giampietro, realizzato in collaborazione con il visual designer Alessio De Vecchi, e presentato in anteprima nel 2016 presso la Sala degli Arazzi di Palazzo Reale di Milano. Le iperboliche e vertiginose vedute aeree di futuristiche città, immaginate da Fabio Giampietro, vengono qui amplificate percettivamente tramite la complessità di un progetto multimediale che vede l’accostamento della tradizionale tecnica pittorica alla più innovativa metodologia di realtà virtuale. Il progetto si sviluppa attraverso due elementi in dialogo tra loro. Il primo, quello fisico, è costituito da una tela autoportante semicurva, sulla quale l’artista ha dipinto, in bianco e nero, la veduta aerea di una città immaginaria, su differenti piani prospettici simultanei.


I piani iperbolici della visione multipla risultano essere amplificati e distorti dalla curvatura della tela che rende l’opera una sorta di “spazio percorribile e immersivo”, entro al quale lo spettatore viene avvolto. Il secondo elemento è di natura concettuale: l’idea futurista di porre lo spettatore al centro del quadro, viene portata al completamento espressivo tramite gli occhiali di realtà virtuale: Oculus Rift, un dispositivo sviluppato inizialmente per essere impiegato nell'industria dei videogiochi, grazie ai quali lo spettatore è chiamato ad entrare illusoriamente nello spazio dell’opera per esserne avvolto a trecentosessanta gradi. Con il progetto “Hyper planes of Sumultaneity” Fabio Giampietro crea, pertanto, una relazione di simultaneità paradossale fra quelli che lui definisce i “tre piani temporali: presente, passato e futuro”.


Si tratta di un sincretismo percettivo in cui il passato (rappresentato da alcune sue opere tradizionalmente dipinte su tela, scelte come modello ispiratore), incrocia Il futuro, attraverso l’esperienza di realtà virtuale indotta da Oculus Rift. Il presente è, infine, simboleggiato dalla grande tela panoramica, con la quale l’artista restituisce tangibilità e fisicità all’esperienza virtuale. La simultaneità temporale indotta dalla totalità del progetto, pone quindi lo spettatore innanzi ad una sorta di spaesamento percettivo, in cui il rapporto con la materia e con lo spazio, viene costantemente ridefinito.


Fabio Giampietro, attraverso l’opera: “Hyper planes of Simultaneity”, getta uno sguardo e crea un ponte ideale, non solo verso “La città che sale” di Umberto Boccioni ed i conseguenti sviluppi spazialisti, ma anche verso le aperture architettoniche barocche e tutta la scuola pittorica rinascimentale, caratterizzata dagli spaccati aerei delle architetture. Storia e tradizione si incontrano come punti di partenza di un linguaggio artistico peculiare, capace di dilatare la percezione dello spazio, per porre l’uomo al centro di un’esperienza che dal piano dell’estetica si allarga ad abbracciare quello dell’esperienza.



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