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  • Immagine del redattoreMarco O. Avvisati

IL GIOIELLO ITALIANO DEL XX SECOLO A PALAZZO POLDI PEZZOLI DI MILANO. Fino al 20 marzo 2017


Mario Buccellati Tiara 1929

Mario Buccellati: Tiara 1929


fino al 20 marzo 2017 Il gioiello italiano del XX secolo MUSEO POLDI PEZZOLI Via Manzoni 12 Milano 02 794889 info@museopoldipezzoli.org www.museopoldipezzoli.it


La mostra, a cura della storica del gioiello Melissa Gabardi, racconta per la prima volta, Attraverso l'esposizione di Più di 150 opere, lo scenario della Produzione italiana del 1900, ripercorrendone L'evoluzione Attraverso Sezioni cronologiche dedicare al Neo - Storicismo, al Liberty, all'art déco, alla Produzione degli Anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, Fino ad arrivare Agli anni Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta: Il percorso della Nascita del "made in Italia". Le Ricerche di archivio, Hanno infatti Messo in luce le eccellenze Tecniche nostrane e la perfetta Organizzazione del Lavoro Nelle botteghe orafe, e Hanno Inoltre permesso di ricostruire la storia dei gioiellieri italiani, Spesso Attivi in vere e proprie Imprese famigliari, giunte oggi alla terza o alla quarta Generazione.

Ascione: pendente liberty

Sfilano così sotto i nostri occhi diverse tipologie di oggetti preziosi - tiare e diademi, ombelicali Collane, anelli, bracciali, spille e orecchini - realizzati dai grandi nomi dell'oreficeria italiana: un partire dallo splendore dei monili di Mario e poi di Gianmaria Buccellati, Alle creazioni del milanese Alfredo Ravasco (alcune opere verranno esposte al Pubblico per la prima volta), del genovese Filippo Chiappe, dei Torinesi Musy, del romano Petochi e del milanese Cusi, al neoarcheologismo di Codognato, ai di gioielli in corallo Ascione della Famiglia.

Nardi: Moretto Collezione Nardi Venezia

I gioielli have been Inoltre studiati nel Loro contesto storico, sociale e economico, con riferimento particolare alla cultura artistica coeva (moda, design, architettura), Oltre che una eventi e personaggi di che Hanno caratterizzato le varie epoche e influenzato L'opinione pubblica, in particolare i membri delle famiglie feali e le stelle del cinema, il che have been Modelli ispiratori del gusto collettivo.

Bulgari: Collana art decò Collezione privata

L'ambizioso progetto espositivo del Museo Poldi Pezzoli intende dimostrare in divenire la storia della gioielleria e dei gioiellieri italiani del XX secolo si snodi attraverso un interessante percorso: Mentre Nella Prima metà del Novecento la creatività italiana ha tratto spunto Spesso Dalla coeva Produzione francese, un Partire Dalla Seconda Metà del secolo scorso ha Scelto poi, grazie alle Capacità Tecniche e creativo assolutamente geniali e innovative di ALCUNI grandi gioiellieri, un percorso autonomo, diventando un Punto di Riferimento della Produzione orafa internazionale, decretando Così La nascita del "made in Italia".


Ravasco: anello


Dal percorso espositivo emergono inoltre nomi noti soprattutto a collezionisti e addetti ai lavori, come quello dell’artigiano-artista fiorentino Enrico Serafini, dal piglio surreale, o di Pierino Frascarolo, con i suoi pezzi animalier che fecero scuola a Valenza e non solo. Iconici i gioielli di aziende assai note come Bulgari a Roma – che reinterpreta il bracciale-serpente dell’antichità classica e introduce con successo la tecnica del tubo gas – e come Uno-A-Erre ad Arezzo, che, negli Anni Cinquanta, guarda al gioiello d’artista realizzando pezzi su disegno di Arnaldo e Giò Pomodoro, a latere di una produzione dai grandi numeri. Negli stessi anni fioriscono a Roma con Masenza i gioielli d’arte di Afro Basaldella, Franco Cannilla, Nino Franchina. Nel 1967 a Milano GianCarlo Montebello dà il via all’edizione seriale di gioielli d’artista nel suo laboratorio denominato GEM per poi divenire egli stesso autore di gioielli.

Pomellato: Bracciali alla schiava anni 80 oro giallo e oro rosa

Negli Anni Settanta fa capolino la Pop Art nelle creazioni di Carlo Ciarli (fondatore di Giò Caroli) a Valenza e si afferma il neoastrattismo geometrico di James Rivière a Milano. Le ricerche della Scuola di Padova, con Giampaolo Babetto, Francesco Pavan e Alberto Zorzi, eredi del fondatore Mario Pinton e protagonisti indiscussi di un’area di produzione d’autore tra le più fertili, dialogano dagli Anni Ottanta con altre personalità d’avanguardia, legate però a una dimensione creativa squisitamente personale: Bruno Martinazzi a Torino o Claudio Mariani a Pesaro. Ecco infine il delinearsi dei brand che configurano l’esordio del design nel made in Italy: Damiani, Pomellato, Scavia, Vhernier. A coronamento della rassegna, le vetrine dedicate ai gioielli indossati agli spettacoli scaligeri dalle beltà dell’aristocrazia e dell’alta borghesia milanesi.




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