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  • Immagine del redattoreMarco O. Avvisati

50 ANNI DEL PREMIO ZUCCHELLI A BOLOGNA CELEBRATI IN UNA MOSTRA INAUGURA OGGI



Zu.Art giardino delle arti

Vicolo Malgrado 3/2 - BOLOGNA In-segnAti

Premiati Zucchelli dal 1963 al 2016

a cura di Beatrice Buscaroli e Elena Marchetti


La mostra ripercorre oltre cinquant’anni di attività della Fondazione Zucchelli nell’ambito del contesto culturale bolognese. In esposizione un’opera per ognuno dei vincitori delle borse di studio che dal 1963 al 2016 sono state elargite agli studenti “meritevoli”, come recita l’antico bando dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Preceduta da un lungo lavoro di ricerca sui documenti d’archivio e sui registri della Fondazione, la mostra raccoglie a oggi le opere di ottanta premiati: molti furono, infatti, gli artisti che trassero spinta da questo riconoscimento e continuarono il lavoro nell’ambito delle arti.


Diversi i bolognesi, e molti i nomi che hanno un ruolo ben definito nel mondo artistico contemporaneo. La mostra chiama a raccolta i vincitori di quel concorso, ma soprattutto restituisce un clima che testimonia la varietà dei modi con cui il gesto artistico si è espresso, la varietà delle tecniche adottate, la molteplicità di soluzioni con le quali quei “giovani” artisti hanno cercato di definire il mondo. Diversi i tempi, diverse le culture che si sono succedute, i gusti che si sono espressi, e, ovviamente, quelli delle commissioni. Diversi, soprattutto, i maestri che sembrano rivivere nelle tracce lasciate nei lavori degli allievi. Tanti sono gli artisti di rilievo nazionale che hanno insegnato all’Accademia di Belle Arti di Bologna anche dopo i fasti morandiani: da Pompilio Mandelli a Ilario Rossi, Da Luciano De Vita a Quinto Ghermandi, da Antonio Natalini a Concetto Pozzati, da Lea Colliva a Umberto Mastroianni.


La mostra comincia con un dipinto del 1963: siamo in pieno clima informale e Mandelli e Rossi fanno parte di quella “bande” radunata da Francesco Arcangeli che, dalle vicine aule dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università, modellava la complessa compagine dell’Informale padano. Poi si succedono i decenni ed è realmente sorprendente vedere come giovani di vent’anni potessero filtrare l’universo figurativo ormai senza confini che si trovavano a conoscere: da allora e fino ad oggi, attingendo alla Pop-Art americana come alla poetica dell’oggetto, dalla bad painting all’astrazione o alla figurazione. I ragazzi esplorano tecniche e finalità sempre mutevoli e inusuali in una sorta di ricerca senza fine che continua a mantenere il Premio Zucchelli una realtà viva e un’occasione irripetibile, una sorta di controprova tangibile e riconoscibile della qualità dell’insegnamento dei maestri, oppure, la ricerca di quella libertà che da sempre ha segnato la vita degli artisti, dei premi e dei premiati. Il criterio di esposizione è cronologico e la mostra è corredata da un catalogo on-line, nel quale, oltre all’immagine di un’opera scelta dall’autore stesso (che può anche non coincidere con l’immagine dell’opera premiata allora), compare una breve biografia e una fotografia dell’artista, insieme a un ricordo biografico legato al momento della vincita del Premio.


Le testimonianze che i partecipanti ci hanno dedicato sono una delle particolarità più toccanti della poco più che cinquantennale storia del Premio: stupore, necessità, incredulità. E’ la presenza costante di un’umanità pulsante e viva ciò che rende questa mostra, a modo suo, unica. In ogni opera sembra ancora poter sentire l’emozione di un attesa che poteva cambiare la vita, decidere un destino, creare un artista, rafforzarlo, convincerlo.

Durante Art City 2017 la Fondazione organizzerà una serata speciale nel giardino Zu.Art, intitolata “Una storia di artisti, di giovani, di cantanti…”, con l’intervento musicale di alcuni dei premiati Zucchelli del Conservatorio G. B. Martini di Bologna e la presentazione del catalogo della mostra In-segnAti da Bologna, che sarà stampato per l’occasione in diverse copie.





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