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  • Immagine del redattoreMarco O. Avvisati

HEIN GORNY NUOVA OGGETTIVITÀ E INDUSTRIA COLLECTION REGARD al Museo della Storia di Bologna

FOTO/INDUSTRIA 2015BIENNALE DI FOTOGRAFIA INDUSTRIALEDAL 3 OTTOBRE AL 1° NOVEMBRE 2015

GENUS BONONIAE MUSEO DELLA STORIA DI BOLOGNA VIA CASTIGLIONE, 8



Prodotti industriali ed elaborazione dell’immagine negli anni 1920-1930 in Germania Hein Gorny è stato un fotografo industriale e commerciale molto apprezzato in Germania. Numerosi tra i suoi committenti in ambito industriale, come Pelikan (fondata nel 1839 per la produzione di oggetti di cartoleria), Bahlsen (azienda di biscotteria creata nel 1889) e Rogo (produttrice di nylon, fondata nel 1886), attribuivano grande valore alla modernità, all’estetica e al design, non solo in riferimento all’architettura delle strutture produttive e al design dei prodotti, ma anche in relazione alla loro rappresentazione visiva e fotografica.

L’universo di immagini di Gorny attinse a quelle tendenze propagatesi in campo fotografico in relazione alle teorie del Bauhaus e del Deutscher Werkbund. In quanto precursore del noto Bauhaus, il Deutscher Werkbund aveva promosso la “buona forma” nell’arte, nell’industria e nell’artigianato a partire dal 1907, con l’intenzione di generare effetti retroattivi positivi sull’ambiente e nel 1929 introdusse al pubblico posizioni d’avanguardia in ambito fotografico nell’ampia mostra itinerante Film und Foto.



Mentre da un lato il movimento Nuova Visione esplorava i limiti estremi del visibile con un approccio sperimentale alla luce e ai materiali, dall’altro i fotografi della Nuova Oggettività consideravano le innate, specifiche qualità della fotografia essenziali per una rappresentazione del mondo che fosse obiettiva. Gorny riuscì a conciliare gli interessi economici dei suoi clienti con le caratteristiche di questi due approcci all’immagine, attenuando le prospettive estreme e il ricorso a composizioni astratte e da qui sviluppando un suo stile commerciale. Ciò che queste nuove tendenze in fotografia avevano favorito– un nuovo modo di guardare e descrivere il mondo dell’industria – è testimoniato con molta chiarezza da un gran numero di lavori sperimentali che Gorny produsse per se stesso e anche, seppur più raramente, su commissione. Le macrofotografie e le riproduzioni seriali ponevano in risalto la forma degli oggetti ritratti e, insieme, la perizia tecnica del fotografo e via via nascevano composizioni che sconfinavano nell’astratto.


L’applicazione di questi principi di elaborazione dell’immagine è particolarmente evidente nella fotografia dei prodotti industriali. In queste composizioni Gorny inserisce di proposito forti elementi di dinamicità, senza però venir meno all’obiettivo primario che consiste nella leggibilità e immediatezza dell’immagine. In definitiva, la rappresentazione di forme standardizzate mirava a sottolinearne l’oggettività e a permettere all’osservatore di cogliere di primo acchito la funzione e la qualità degli articoli raffigurati.

Altrettanto importante era la rappresentazione del processo produttivo in sé. Immagini di questo tipo mettevano l’accento sulle condizioni di lavoro nella cornice dell’architettura moderna e, in ultima analisi, assolvevano la funzione di illustrare l’orientamento progressista e socialmente responsabile delle aziende.

Pubblicate regolarmente sulle riviste aziendali o in occasione di pubblicazioni speciali particolarmente curate nella veste grafica, queste immagini erano l’elemento chiave delle strategie comunicative dentro e fuori l’azienda ed erano inoltre la prova di quanto ormai la fotografia giocasse un ruolo sempre maggiore nella realizzazione di opere a stampa.

Nella sua composizione dell’immagine senza tempo, Gorny fece confluire oggettività e spinta verso il progresso, strumenti che le aziende misero in campo per rispondere alle richieste della nuova epoca. Egli riuscì a coniugare il vocabolario formale e lo spirito sperimentale della Nuova Fotografia in una pratica quotidiana, divenendo in tal modo un maestro nell’uso di questo stile.

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