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  • Immagine del redattoreMarco O. Avvisati

RINASCE IL MAUSOLEO DI AUGUSTO A ROMA CON I FONDI DI TIM. MA QUALCHE INTOPPO C'É...


Lo avevamo lasciato circondato d'acqua il 19 agosto scorso, quando si era mostrato in via eccezionale ai turisti e agli appassionati in occasione dei festeggiamenti per il bimillenario della morte di Augusto. Si era rotta una tubatura e l'acqua che si riversava a cascata dal tubo spezzato aveva riempito nella notte il fossato intorno al monumento. Il Mausoleo di Augusto a Roma dopo 3 mesi si presenta così:

il Mausoleo di Augusto allagato il 19 agosto


Ma nel 2019 risorgerà e splenderà per una bella storia di collaborazione fra pubblico e privato. Grazie alla cospicua cifra donata dalla Fondazione TIM, il Comune di Roma sta gestendo il e progetto per la rinascita del Mausoleo di Augusto. Partita la seconda fase di recupero del Mausoleo di Augusto, il più grande sepolcro circolare conosciuto, situato nell’area settentrionale del Campo Marzio, tra via del Corso e l’Ara Pacis. Un tempo, là dove ora sorgono dei monumentali resti, si ergeva la nobile architettura cilindrica rivestita di blocchi di travertino, al centro della quale si apriva una porta preceduta da una scalinata.

Ricostruzione del Mausoleo di Augusto


Vicino l’ingresso si trovavano delle tavole bronzee con incise le Res Gestae, le gesta dell’Imperatore, mentre nella parte antistante erano due obelischi in granito, ricollocati nel Cinquecento alle spalle di S. Maria Maggiore e nel Settecento presso la fontana dei Dioscuri di Piazza del Quirinale. Grazie ai lavori appena partiti il sito ritroverà le normali e più adeguate condizioni di “visibilità e visitabilità”. Intanto, la recinzione del cantiere diventerà un’installazione permanente di circa 300 metri lineari sui lati est, nord e ovest, lungo cui si srotoleranno i capitoli della storia di Augusto e dell’edificio funerario: una pergamena di immagini e parole, dislocata nello spazio per offrire al visitatore un’esperienza immersiva e didattica.

vista del cantiere


Tra i punti di forza dell’allestimento i dodici pannelli in stampa lenticolare e le cinque “hollow mask” che ritraggono il volto di Augusto, per una resa tridimensionale dell’immagine e un attraversamento ancora più coinvolgente. Il tutto nel segno della multisensorialità: una colonna sonora di brani tratti dalla programmazione d’eccellenza del periodo dell’Auditorium Augusteo sarà diffusa nello spazio delle cesate, mentre ogni giorno, a partire dal crepuscolo, il Mausoleo sarà illuminato da 55 corpi a led multicolore di varie dimensioni. Ed è solo la primissima fase di un agognato intervento di riqualificazione, sognato per questo prezioso sito archeologico da almeno una decina d’anni. Nel 2007, sotto la giunta Veltroni, un concorso di architettura finalizzato al recupero e alla riprogettazione del monumento e dell’area circostante, vide vincitore lo studio di Francesco Cellini.


l'area come si presenta oggi


Al centro c’era una visione precisa: coinvolgere i grandi architetti nel cuore della città, a cominciare da quel Richard Meier a cui Rutelli aveva affidato la progettazione del complesso museale dell’Ara Pacis. Visione proseguita da Veltroni, morta con Alemanno e seppellita con la Raggi. Entro il 2014 dunque si sperava in una inaugurazione in pompa magna, in occasione delle celebrazioni per il Bimillenario della morte dell’Imperatore. Lunga e complessa fu la fase delle indagini, preliminari all’effettivo avvio dei lavori, tanto quanto faticoso fu l’iter per il reperimento fondi: l’utopica data sfumò, come un miraggio ingenuo. La faccenda esplose – letteralmente – proprio nell’agosto del 2014, quando il fossato intorno al Mausoleo, che era stato aperto eccezionalmente per i festeggiamenti augustei, si trasformò in un mare di acqua e melma per la rottura di una tubatura Acea.

e come sarà


Il tutto in presenza di ospiti e autorità. Lo scandalo, l’imbarazzo e la risonanza mediatica segnarono l’inizio di un’accelerazione. Nonostante i ritardi, l’insufficienza di fondi e gli intoppi burocratici, i lavori sono finalmente partiti nel novembre 2016 per il primo lotto d’interventi, relativo al restauro della parte esterna del monumento e alla sua messa in sicurezza. Un budget importante: 4,2 milioni di fondi pubblici e 6,5 milioni messi sul tavolo da Fondazione TIM, ente istituito nel 2008 come espressione della strategia di Corporate Social Responsibility del Gruppo Telecom Italia.

i giochi di luci alla sera


La soluzione la trovò, come per altre operazioni di alto mecenatismo – una su tutte il restauro degli affreschi della Sala degli Orazi e Curazi, finanziato da un magnate russo – l’ex sindaco Ignazio Marino, che su questo fronte seppe spendersi con tenacia e convinzione. Era l’ottobre del 2015 quando il Primo Cittadino di Roma Capitale annunciava, insieme all’allora assessore alla Cultura Giovanna Marinelli: “Oggi parte la gara per una prima parte di lavori all’interno del Mausoleo, il più importante monumento del primo Imperatore di Roma, e contemporaneamente possiamo annunciare uno storico accordo con la Fondazione Telecom che segna non solo l’arrivo di risorse fondamentali, ma anche una collaborazione nella fase del completamento dei restauri e della fruizione del monumento”. La sinergia tra pubblico e privato, ancora vincente, consentiva di dare corpo a un progetto ambizioso, visionario, complesso, a misura di una grande Capitale europea del XXI secolo.

gli allestimenti della balaustra del cantiere


La fine dei lavori, stimata ottimisticamente per il 2017, slitta oggi al 2019, ma siamo ancora lontani del traguardo reale. Ad accrescere i dubbi sulla operatività concreta del progetto, sta che di tutto si parla tranne che della destinazione d'uso del monumento restaurato; destinazione che incide sensibilmente sull'assetto del restauro e della riorganizzazione urbanistica relativa; un museo ha esigenze diverse da un auditorium, o da un anfiteatro per concerti. La confusione è spesso foriera di guai e questi già si intravedono. Accade infatti che l’intero intervento sia stato diviso in due blocchi separati: l’uniformità voluta in epoca Veltroni, con un concorso unico e un unico vincitore, è andata inspiegabilmente perduta. A occuparsi del restauro del Mausoleo è adesso la Sovrintendenza Capitolina, che ha per altro sfilato a Cellini – legittimo vincitore – questo segmento del progetto, preferendo condurlo in autonomia; la parte relativa alla riprogettazione di Piazza Augusto Imperatore e di tutta l’area esterna resta invece di competenza del Dipartimento di Urbanistica, dietro progetto originario dello studio. E se il capitolo restauro per l’appunto è già partito, resta fermo al palo proprio il complesso lavoro sulle aree esterne, che l’assessore Giovanni Caudo, in epoca Marino, aveva distinto in due stralci: il primo che include la sistemazione della parte sud della futura piazza (oggi un mero e disordinato parcheggio), procedendo dall’ abside della Chiesa di San Carlo al Corso fino a Via di Ripetta, con tanto di bar, ristorante, bagni e bookshop a livello della quota archeologica; il secondo relativo alle parti prospicienti l’Ara Pacis e i due edifici novecenteschi di Morpurgo.


il Sindaco Virginia Raggi


Perché dunque questo impasse? Basti dire che la gara di assegnazione dei lavori per il primo stralcio del progetto Cellini risale al 2015. Da allora il Comune non è stato in grado di assegnare i lavori: una lunga querelle fra la burocrazia del Campidoglio e la macchina politica dell’amministrazione, intorno al metodo di assegnazione, ha di fatto gettato nel pantano tutta la faccenda. E ancora non se ne esce. Quanto al secondo stralcio, Cellini sta gestendo attualmente la fase del progetto esecutivo, ma con mille interruzioni e rallentamenti: l’assenza di una regia unica per la parte del restauro e per quella della piazza complica ora le cose dal punto di vista della coerenza progettuale, del coordinamento, dei servizi e degli impianti da garantire e da armonizzare per ogni singolo progetto. Insomma, quello che era un solo disegno unitario, da gestire e calibrare organicamente, si spacca in due porzioni che viaggiano su due velocità distinte. Anche se nel 2019 dovesse concludersi il restauro, come si accederà al sito? Come saranno le aree circostanti? In che quadro emergerà il Mausoleo restaurato? A che punto saranno la piazza, i servizi esterni e tutti i collegamenti con i vicini snodi monumentali? Non proprio una maniera strategica, né rispettosa, di gestire le relazioni con grossi mecenati che sostengono progetti impegnativi. Il rischio, a queste condizioni, è che ne arrivino sempre meno.












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