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  • Immagine del redattoreMarco O. Avvisati

IN ANTEPRIMA I PADIGLIONI NAZIONALI ALLA BIENNALE ARTE DI VENEZIA: IRAN, IRLANDA, ISRAELE, MESSICO E


Continua il viaggio in anteprima per i lettori di IAM tra i padiglioni nazionali alla prossima Biennale d'Arte di Venezia che inaugura il 13 maggio prossimo. In questa terza tappa presentiamo le proposte di Iran, Irlanda, Israele, Messico ed Ucraina



IRAN


Tapesh: The golden reserve of magmatic thought - Palazzo Donà delle Rose, Cannaregio 5101


Biennale Arte Venezia - Iran - Palazzo Donà delle Rose - iamcontemporaryart.com

Palazzo Donà delle Rose sede del padiglione dell'Iran

Bizhan Bassiri, uno dei massimi scultori e artisti iraniani che aveva lasciato 40 anni fa il suo Paese per trasferirsi in Italia, è stato scelto dal nuovo direttore del museo di arte contemporanea di Teheran, Majid Mollanoroozi, come 'ambasciatore' dell'arte iraniana nel mondo. All'artista è stato affidato il compito di rappresentare l'Iran nel Padiglione che parteciperà alla prossima Biennale di Venezia a Palazzo Donà delle Rose in maggio.

Bassiri è autore di opere grandiose, dedicate a temi metafisici o simbolici come la 'Riserva Aurea del Pensiero Magmatico', 'La luce', 'I serpenti d'oro', il 'Meteorite', ospitate sia in musei e piazze della Repubblica islamica, sia in gallerie e spazi italiani.

Biennale Arte Venezia - Iran - Bassiri - iamcontemporaryart.com

Bassiri, riserva aurea Perugia


Il progetto di Bassiri per la Biennale di Venezia è stato presentato a Chogha Zanbil in Iran. La scelta del luogo non è casuale perché qui si trova il primo sito riconosciuto in Iran come patrimonio Unesco, per la presenza di una delle ziqqurat più antiche fra quelle al di fuori della Mesopotamia.

A maggio il lungo tour, che si snoderà per il vasto territorio della Repubblica islamica e poi passerà in Italia, con tappe a Roma, Todi e Chiusi, raggiungerà Venezia dove sarà allestita la mostra "Tapesh" cioè il 'battito del cuore': "quando l'emozione prevale sulla ragione e genera la visione".




IRLANDA


Tremble Tremble (Tremate Tremate) - Arsenale


Biennale Arte Venezia - Irlanda - iamcontemporaryart.com

Il Padiglione Irlanda all'Arsenale


Nell'edizione 2017 la rappresentanza nazionale dell'Irlanda alla 57° Esposizione Internazionale d'Arte La Biennale di Venezia, presenterà l'artista Jesse Jones. Jesse Jones considererà il padiglione nazionale come il luogo di una legge alternativa. Con una pratica che pone le proprie radici nel cinema e nelle performace, Jones creerà un'opera che descrive come un 'incanto' del sistema giudiziario.

Tremate Tremate, questo il titolo dell'esposizione, sarà presentata all'Arsenale della Biennale di Venezia da maggio a novembre 2017 e di avvarrà della curatela di Tessa Giblin. Il titolo è ispirato ai movimenti degli anni 70 per il riconoscimento del lavoro casalingo, durante i quali le donne intonavano: "Tremate, tremate, le streghe Sono tornate!". Il nuovo lavoro di Jesse Jones emerge da un crescente movimento sociale in Irlanda, che richiede una trasformazione del rapporto storico tra la Chiesa e lo Stato. In questo momento di trasformazione, Jones propone il ritorno della strega come un archetipo femminista e distruttore che ha il potenziale di trasformare la realtà.

Biennale Arte Venzia - Irlanda - Jesse Jones - iamcontemporaryart.com

Jesse Jones, Tremble Tremble, 2017

Tremate Tremate immagina un ordinamento giuridico diverso, in cui le moltitudini vengono assemblate in un corpo gigantesco simbolico, per proclamare una nuova legge, quella di In Utera Gigantae.

Basata a Dublino, la ricerca della Jones è incentrata sui modi in cui la legge trasmette la memoria tra una generazione e l'altra nel corso del tempo. La sua ricerca passa attraverso un reperto archeologico di 3,5 milioni anni fa di un esemplare di sesso femminile, tra le voci soppresse dei processi alle streghe del XVI secolo in Europa, e la legislazione sull'aborto in Irlanda oggi. Jones collabora con l'artista di teatro Olwen Fouéré, e la sound artist Susan Stenger, per creare un'opera che si estenda in tutto il padiglione come una forma espansa del cinema.




ISRAELE


Sun Stand Still - Giardini


Biennale Arte Venezia - Israele - iamcontemporaryart.com

Il Padiglione Israele ai Giardini


Israele, sceglie Gal Weinstein (Ramat Gan, 1970) per il suo padiglione. La proposta di Weinstein è focalizzata sull’evoluzione del suo lavoro negli anni recenti. Attraverso la pittura, la fotografia, l’installazione, la scultura e il video esplora il mondo fisico, come il caos, con metodo scientifico e comprensione dei fenomeni naturali, lavorando con acciaio e lana come sostituti effettivi del disegno.

Gal Weinstein, Fire Tires, 2011 - iamcontemporaryart.com

Gal Weinstein, Fire Tires, 2011


Il Padiglione sarà curato da Tami Katz-Friedman ex Haifa Museum of Art in Israel. Entrambi sono stati scelti da un comitato formato dal dipartimento delle arti visive del Ministero della Cultura.



MESSICO


Life in the folds - Arsenale


Biennale Arte Venezia - Messico - iamcontemporaryart.com

Il padiglione Messico all?Arsenale


Il Ministero della Cultura del Messico, attraverso l’Istituto Nazionale di Belle Arti (INBA), presenta Life in the folds di Carlos Amorales, artista selezionato a rappresentare il Messico alla 57. Esposizione Internazionale di Arte della Biennale di Venezia, con la curatela di Pablo León de la Barra.

Lidia Camacho sottolinea come il 2017 celebri il decimo anno di partecipazione del Messico alla Biennale di Venezia, vetrina imprescindibile per promuovere l’arte contemporanea del paese a livello globale. Per festeggiare questo traguardo INBA ha scelto Carlos Amorales con l’opera Life in the folds, dove l’artista “ci introduce in un mondo nel quale stampa, scultura, musica e cinema si fondono per dare vita e forma ad un nuovo modo di guardare alla realtà che materializza il pensiero critico e le attuali problematiche dell’arte contemporanea”.

Life in the folds è il risultato di un’estesa ricerca dove l’artista introduce un linguaggio formale che si articola su diversi supporti lungo l’installazione proposta alla Biennale. La mostra si apre con un dipinto della serie El esplendor geométrico, progetto realizzato nel 2015, che ha dato vita alle forme astratte sulle quali si basa Life in the folds.

El esplendor geométrico Carlos Amorales - iamcontemporaryart.com

El esplendor geométrico Carlos Amorales


Al centro dell’installazione si trova un gruppo di poesie scritte in un alfabeto criptato. I testi, disposti su tavole che ricordano partiture musicali, segnalano la transizione dai caratteri tipografici a quelli fonetici dal momento che ciascun carattere, inteso come oggetto tridimensionale, è anche uno strumento a fiato in ceramica; un’ocarina che, se suonata, emette un suono particolare per ogni lettera.

Una partitura grafica composta da 74 fogli, realizzata a partire da questi caratteri, sarà interpretata da un ensemble che suona le ocarine. A completare l’installazione il film di animazione La aldea maldita (Il villaggio dannato) che approfondisce i diversi livelli del linguaggio nel racconto di una famiglia di migranti linciata all’arrivo in una città straniera. Nel film un burattinaio controlla i personaggi della storia in un teatro in miniatura, oggetto esposto in mostra e attivato da una performance con attori e musicisti.


Life in the folds di Carlos Amorales - iamcontemporaryart.com

Life in the folds di Carlos Amorales


Amorales sottolinea che “Life in the folds (il titolo si riferisce al romanzo di Henri Michaux pubblicato nel 1949), scaturisce dalla tensione fra il concreto e l’astratto, luogo in cui si manifestano una serie di immagini poetiche associate ai luoghi in cui troviamo la vita; non in mezzo alla pagine, bensì nelle pieghe, nelle rotture, negli interstizi e nelle cose più piccole”.

L’incomprensibilità dei testi richiede al pubblico di affrontare, a partire dalla perplessità iniziale, un mondo criptato nel quale dovrà decifrare messaggi e mettere in discussione interpretazioni della realtà. Life in the folds è un’opera d’arte totale in cui le diverse discipline coinvolte tra cui arti visive, grafica, animazione, film, musica, letteratura, poesia e performance convergono creando tensioni e attivando riflessioni non convenzionali.




UCRAINA


Parliament - Studio Cannaregio, Cannaregio 1345/D



In Italia lo abbiamo visto a Camera, a Torino, e al Madre di Napoli, lo scorso anno. Lui è Boris Mikhailov, acclamatissimo fotografo, che rappresenterà il padiglione ucraino alla 57esima Biennale di Venezia, in una mostra a cura di Dallas contemporary. Un paradosso? No, perché il direttore esecutivo dell'Associazione, Peter Doroshenko, è stato anche il commissario dell'Ucraina a Venezia nel 2007 e nel 2009, ed è l'ex direttore del Pinchuk Art Centre a Kiev; l'assistente curatrice, Lilia Kudelia, ha lavorato invece a capo delle relazioni esterne del Mystetskyi Arsenal.

Boris Mikhailovic - Biennale Arte Venezia - iamcontemporaryart.com

Boris Mikhailovic By the ground

Mikhailovic presenterà la nuova serie "Parlamento" (iniziata nel 2014 e ancora in corso), che si concentra sull'interazione di fotografia con le interfacce dei media, e l'interazione tra analogico e digitale. Settant'anni, di base a Berlino, formatosi da autodidatta alla fine degli anni Sessanta, Mikhailov ha da sempre sviluppato un interesse per l'immagine costruita nel particolare, e che da sempre ha usato uno sguardo critico nei confronti della propria società. I curatori ha descritto il suo lavoro come "Sintomatico del panorama corrente e del clima della società "post-verità" in cui viviamo". Oltre alla mostra principale di Mikhailov il padiglione comprenderà anche opere di artisti ucraini che sono stati incaricati di interpretare e riflettere sulla società ucraina partendo dalle esperienze del grande fotografo.



leggi l'articolo precedente dal titolo: IN ANTEPRIMA I PADIGLIONI NAZIONALI ALLA BIENNALE ARTE DI VENEZIA: CINA, GIAPPONE, SPAGNA E RUSSIA (2)

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