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  • Immagine del redattoreMarco O. Avvisati

FORLì CELEBRA L'ART DECÒ CON UNA GRANDE MOSTRA SU QUELLO CHE FU UN MOMENTO FORSE IRRIPETIBILE DI

ART DECÒ

Gli Anni Ruggenti in Italia

dal 11 febbrario al 18 giugno

Musei di San Domenico - Forlì

INFO: tel. 199.15.11.34 artdeco@civita.it - www.mostradecoforli.it

Uno dei movimenti più innovativi, vitali ed eclettici del secolo scorso, indagato attraverso 440 opere tra sculture, dipinti, disegni, ceramiche, abiti d'epoca, vetri, arredi, splendide oreficerie. Ai Musei di San Domenico, dall'11 febbraio.

Siamo davvero contenti di questa iniziativa, anche perchè forse alcuni di voi ricorderanno che noi di IAM abbiamo già dedicato a questo movimento totale, che contaminò tutte le arti e caratterizzò uno stile di vita un articolo nella sezione didattica (vedi)

La mostra di Folì raccoglie opere provenienti da tutto il mondo ci conducono in un affascinante viaggio alla scoperta di quello che fu un movimento culturale tra i più fervidi ed eclettici del secolo scorso, conosciuto con il nome di Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia è un ricco, eterogeneo percorso suddiviso in 16 sezioni. Dalle arti decorative a quelle visive, dall’architettura alla pubblicità, dalla moda al cinema, fino ai concetti stessi di modernità e di bellezza nella quotidianità: l’esposizione prende in esame tutti gli aspetti e i campi investiti dal rinnovamento e dalla vitalità del movimento, nato in coincidenza con l’Esposizione Universale di Parigi del 1925.

Cuore dell’indagine è però il Deco’ in Italia e quella straordinaria produzione, negli 1919-1929, di arredi, ceramiche, vetri, metalli lavorati, tessuti, bronzi, stucchi, gioielli, argenti, abiti che gettarono le basi per la nascita del design e per l’eccellenza del “Made in Italy”. Dagli impianti di illuminazione di Martinuzzi, di Venini e della Fontana Arte di Pietro Chiesa alle sculture di Adolfo Wildt, dai dipinti di Tamara De Lempicka alle ceramiche di Giò Ponti, presente con pezzi della celebre linea per la Richard Ginori. E ancora, le creazioni in vetro di Vittorio Zecchin, i disegni di Alberto Martini, i bozzetti per scenografie teatrali di Chini, gli arazzi in panno di Depero e l’automobile di Gabriele D’Annunzio, la celebre Isotta Fraschini proveniente dalla collezione del Vittoriale di Gardone Riviera, che fa sfoggio di sé, con il suo bel manto lucido color blu elettrico e i suoi stravaganti cerchioni rossi.

Da non perdere, lungo il percorso, i continui i riferimenti al cinema, alla musica, alla letteratura ed al teatro. Uno per tutti, Il grande Gatsby: nella versione di Baz Luhrmann del 2013 Carey Mulligan, nel ruolo di Daisy, indossa una tiara in platino con diamanti e perle di Tiffany in puro stile art déco.

Un’intera sezione è infine dedicata al mito dell’antico Egitto ed alla suggestiva scoperta delle piramidi, nonché all’orientalismo. Non a caso, l’immagine scelta come icona dell’esposizione è la locandina della Turandot del pittore triestino Leopoldo Metlicovitz.


Un gusto, una fascinazione, un linguaggio che ha caratterizzato la produzione artistica italiana ed europea negli anni Venti, con esiti soprattutto americani dopo il 1929. Ciò che per tutti corrisponde alla definizione Art Déco fu uno stile di vita eclettico, mondano, internazionale. Il successo di questo momento del gusto va riconosciuto nella ricerca del lusso e di una piacevolezza del vivere, tanto più intensi quanto effimeri, messa in campo dalla borghesia europea dopo la dissoluzione, nella Grande guerra, degli ultimi miti ottocenteschi. Dieci anni sfrenati, “ruggenti” come si disse, della grande borghesia internazionale, mentre la storia disegnava, tra guerra, rivoluzioni e inflazione, l’orizzonte cupo dei totalitarismi.


La relazione con il Liberty, che lo precede cronologicamente, fu dapprima di continuità, poi di superamento, fino alla contrapposizione. La differenza tra l’idealismo dell’Art Nouveau e il razionalismo del Déco appare sostanziale. L'idea stessa di modernità, la produzione industriale dell’oggetto artistico, il concetto di bellezza nella quotidianità mutano radicalmente: con il superamento della linea flessuosa e asimmetrica legata ad una concezione simbolista nasce un nuovo linguaggio artistico. La spinta vitalistica delle avanguardie storiche, la rivoluzione industriale sostituiscono al mito della natura, lo spirito della macchina, le geometrie degli ingranaggi, le forme prismatiche dei grattaceli, le luci artificiali della città.


Nell’ambito di una riscoperta recente della cultura e dell’arte negli anni Venti e, segnatamente, di quel particolare gusto definito “Stile 1925”, dall’anno dell’Esposizione universale di Parigi dedicata alle Arts Décoratifs, da cui la fortunata formula Art Déco, che ne sancì morfologie e modelli, nasce l’idea di questa mostra. Il gusto Déco fu lo stile delle sale cinematografiche, delle stazioni ferroviarie, dei teatri, dei transatlantici, dei palazzi pubblici, delle grandi residenze borghesi: si trattò, soprattutto, di un formulario stilistico, dai tratti chiaramente riconoscibili, che ha influenzato a livelli diversi tutta la produzione di arti decorative, dagli arredi alle ceramiche, dai vetri ai ferri battuti, dall'oreficeria ai tessuti alla moda negli anni Venti e nei primissimi anni Trenta, così come la forma delle automobili, la cartellonistica pubblicitaria, la scultura e la pittura in funzione decorativa. Le ragioni di questo nuovo sistema espressivo e di gusto si riconoscono in diversi movimenti di avanguardia (le Secessioni mitteleuropee, il Cubismo e il Fauvismo, il Futurismo) cui partecipano diversi artisti quali Picasso, Matisse, Lhote, Schad.


La mostra ha una declinazione soprattutto italiana, dando ragione delle biennali internazionali di arti decorative di Monza oltre naturalmente dell’expo di Parigi 1925 e 1930 e di Barcellona 1929. Il fenomeno Déco attraversò con una forza dirompente il decennio 1919-1929 con arredi, ceramiche, vetri, metalli lavorati, tessuti, bronzi, stucchi, gioielli, argenti, abiti impersonando il vigore dell'alta produzione artigianale e proto industriale e contribuendo alla nascita del design e del “Made in Italy”.

La richiesta di un mercato sempre più assetato di novità, ma allo stesso tempo nostalgico della tradizione dell'artigianato artistico italiano, aveva fatto letteralmente esplodere negli anni Venti una produzione straordinaria di oggetti e di forme decorative.


Non si è mai allestita in Italia una mostra completa dedicata a questo variegato mondo di invenzioni. Obiettivo dell’esposizione è mostrare il livello qualitativo, l'originalità e l'importanza che le arti decorative moderne hanno avuto nella cultura artistica italiana connotando profondamente i caratteri del Déco anche in relazione alle architetture e alle arti figurative: la grande pittura e la grande scultura. Sono qui essenziali i racconti delle opere di Galileo Chini, pittore e ceramista, affiancato da grandi maestri, come Zecchin e Andlovitz, che guardarono a Klimt e alla Secessione viennese; le invenzioni del secondo futurismo di Depero, Balla e Mazzotti; i dipinti, tra gli altri, di Severini, Casorati, Martini, Cagnaccio di San Pietro, Bocchi, Bonazza, Bucci, Marchig, Oppi, Metlicovitz.


Trattandosi di un gusto, di uno stile di vita non mancarono influenze e corrispondenze con il cinema, il teatro, la letteratura, le riviste, la moda, la musica. Dalla Scala a Hollywood, alle pagine indimenticabili de Il grande Gatsby (1925), di Francis Scott Fitzgerald, ad Agata Christie, Oscar Wilde, Gabriele D’Annunzio.








INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI MOSTRA ORARIO CALL CENTER dal lunedì al venerdì: 9.00-18.00 sabato: 9.00-12.00, chiuso nei festivi ORARIO DI VISITA da martedì a venerdì: 9.30-19.00 sabato, domenica, giorni festivi: 9.30-20.00. La biglietteria chiude un’ora prima Lunedì chiuso, tranne 17 e 24 aprile e 1 maggio


MOSTRA E MUSEI DELLA CITTA’ biglietto integrato (mostra, Pinacoteca e Palazzo Romagnoli) Intero € 14,00 Ridotto € 12,00 VISITE GUIDATE Gruppi € 85,00 Visite in lingua € 110,00 Scuole € 55,00 Laboratori per scuole È possibile abbinare alla visita guidata delle classi un laboratorio al costo di 1€ a studente per info: www.mostradecoforli.it

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