Oggi l’annuncio del raggiunto accordo dato dallo stesso ministro Franceschini per la restituzione al nostro Paese del prezioso carro sabino a decorazioni dorate e di altri pezzi conservati nel museo danese. L’accordo sottoscritto è di più ampio respiro e prevede una serie di collaborazioni scientifiche, di scambi e di prestiti a lungo termine tra i due Paesi. Ma il nocciolo rimane il rientro di una serie di reperti discussi e contestati da molti anni. Era dalla primavera del 2012 che il dialogo tra il Ministero e la Glyptotek era ripreso su una serie di oggetti soprattutto etruschi, acquistati dal museo sul mercato internazionale agli inizi degli anni Settanta. La tesi Mibact, supportata da una corposa documentazione, della provenienza italiana da scavi clandestini, espatrio e commercializzazione illecita dei pezzi, ha infine prevalso. Tra questi reperti c’è il famoso carro da battaglia sabino del principe di Eretum, la cui restituzione inizierà questo dicembre e terminerà entro il 2017.
Dato più volte per imminente, l’accordo sottoscritto oggi «trasforma una crisi in opportunità, superando un contenzioso attraverso una stretta collaborazione», ha dichiarato Franceschini. «Ciò che a prima vista sembrava potesse risolversi in uno stallo legale e politico si è trasformato in un accordo potente e visionario, grazie a un intenso dialogo accademico. Lavorando insieme abbiamo creato un clima ideale in cui implementare un accordo che si tradurrà di fatto in nuove iniziative museali a beneficio dei visitatori del museo e degli studiosi, sia in Italia che in Danimarca», ha precisato il direttore della Glyptotek Flemming Friborg, anche in vista dell’imminente e sostanziale riallestimento dell’intera collezione di antichità del museo di Copenaghen.
Questa buona notizia rappresenta di certo un successo nella direzione del recupero del nostro patrimonio culturale, artistico e storico, ora però la questione è il secondo passaggio, dopo il recupero la valorizzazione e su questo c'è ancora da fare e da capire.