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UN NUOVO REPORT ANALIZZA I MUSEI ED IL MERCATO DELLE MOSTRE. Tra molte conferme qualche novità inter


Per gli appassionati di dati, ed in particolare nel settore artistico, non sarà sfuggita la proliferazione di rapporti di mercato e analisi delle aste degli ultimi anni; un fenomeno strettamente legato al crescente valore di investimento e finanziarizzazione del mercato dell'arte, che per questo richiede sempre più informazioni, dati, analisi e proiezioni e spesso noi di MADE li proponiamo ai nostri lettori quali strumenti utili ed orami indispensabili.


Nel leggerli, e nell'incrociarne i dati tra loro nel corso degli anni, l'indicazione che se ne ricava è di un mercato dell'arte in netta espansione; ma il mondo dell'arte non è ovviamente solo il mercato, anzi. Se per fortuna non è possibile creare ed analizzare dati sulla creatività, un settore come quello dei musei e delle esposizioni andrebbe tracciato e monitorato: ci ha pensato una startup innovativa che sta ampliando la comprensione del settore museale da parte dei professionisti. Si chiama Vastari ed ha lanciato il suo "Global Report" e "Exhibition Finance Report" durante la settimana di Frieze, e l'intenzione è quella di fornire dati che possono aiutare i musei ad adattare le loro strategie ai nostri tempi.


La piattaforma Vastari (su abbonamento) è basata su di un forum che collega le istituzioni alla ricerca di spettacoli con realtà che li offrono, riempiendo un vuoto nel settore museale. Oltre al forum di scambio e contatto tra musei e "produttori di mostre", la piattaforma pubblica anche il rapporto "Exhibition Finance" che è essenzialmente una versione più granulosa e robusta dei "Global Report" del mercato, questa volta centrato sui flussi strettamente legati al mercato delle esposizioni; fanno parte della piattaforma dati che vengono da 500 musei in tutto il mondo differenziati per dimensione, tipologia e nazionalità piu altre sottocategorie con lo scopo di esplorare temi, dinamiche e realtà raramente discusse che affrontano istituzioni museali pubbliche e private. Gli argomenti spaziano dal bilancio delle mostre alla strategia di programmazione alle preferenze regionali, senza dimenticare gli spettacoli itineranti.


Questi rapporti entrano nei meccanismi del business in un modo che di solito non si vede, sono un complemento ed un approfondimento al sondaggio annuale sulla presenza al museo di Art Newspaper che però registra appunto solo il numero di biglietti venduti. Attraveso la piattaforma di Vastari (https://www.vastari.com/report) è possibile ad esempio, risalire a come sono arrivate le mostre nei musei, quanto sono costate e chi li ha pagate. Tutte risposte, che forniscono un contesto cruciale per ciò che accade allo botteghino.


I dati sono stati raccolti da un'indagine a scelta multipla con oltre 40 domande, nonché interviste telefoniche approfondite e aperte a rappresentanti di musei pubblici e privati. Il campione di Vastari comprendeva istituzioni specializzate in belle arti (il 62% degli intervistati) e scientifiche (38%). Quasi tutti (il 93%) erano in Nord America o in Europa. Gli intervistati sono prevalentemente imprese museali di medie dimensioni, con la maggior parte di queste con del personale stabile tra le 11 alle 50 persone.


Lo scopo della piattaforma è in ultima analisi quello di rendere il settore museale più trasparente, leggibile ed analizzabile dagli stessi operatori museali fornendo elementi utili a prendere le decisioni migliori e le scelte piu idonee interpretando i flussi e le tendenze con dei dati piu concreti.


CINQUE INDICAZIONI INTERESSANTI



1) La domanda per le mostre itineranti di belle arti è elevata e supera l'offerta corrente.

Da un elenco di tipi di mostre che includevano anche scienza, storia, cultura / società e altro, circa il 38,5% delle istituzioni intervistate ha espresso il desiderio di ospitare mostre d'arte, che è la scelta più popolare. Tuttavia, coloro che organizzano ed offrono attualmente mostre itineranti a noleggio, solo il 28% circa di questi si concentra sulle opere d'arte. Quindi c'è un mercato sottoservito.


2) I musei europei mantengono una programmazione in-house decisamente maggiore rispetto a quelli nordamericani.

Mentre circa i due terzi dei musei europei e americani del campione hanno dichiarato di scambiarsi visite reciproche delle loro mostre i numeri divergono drasticamente quando si tratta di ospitare mostre di altre organizzazioni. Solo la metà dei musei europei importa mostre itineranti, contro quasi l'81% delle loro controparti nordamericane.


3) I musei pongono in coda delle loro priorità di programmazione i fattori di guadagno.


Quando è stato chiesto il loro "il criterio preferito quando si tratta di scegliere un'esposizione", solo il quattro percento degli intervistati ha indicato la "redditività". La risposta più popolare di gran lunga, al 57 percento, era la compatibilità con l'attenzione curatoriale del museo. Questo dato è probabilmente condizionato dalla alta percentuale nel campione di istituzioni pubbliche ma anche, a nostro giudizio, dalla autoreferenzialità di alcune carriere in ambito museale, sia nel pubblico che nel privato.

Questo viene avvalorato anche dalle risposte che indicano che se i leader dei musei non si preoccupano di fare colpi, vogliono comunque evitare di perdere denaro. Il che ci porta a ...


4) La maggior parte dei musei sono interessati ad ospitare mostre a basso costo.


Sebbene circa il 30% delle istituzioni intervistate abbia affermato di poter disporre di un budget oltre i 350.000 dollari per importare una singola mostre itinerante e purchè si tratti di qualcosa di veramente speciale, prestigioso ed alle giuste condizioni, il 71% ha dichiarato che il budget medio per ospitare mostre esterne era inferiore ai $ 50.000.

In una nota correlata, viene indicato che nessuno dei musei intervistati avrebbe potuto pagare la fees di un un procuratore di grandi mostre, il che significa che probabilmente avrebbero dovuto fare affidamento su fondi di terzi per garantire una mostr da bolckbuster.


5) I musei vogliono vendere le loro mostre itineranti, ma non vogliono pagare per ospitarle.


Le partnership tra musei è fondamentale quando si tratta di spettacoli itineranti. Ma come funziona? Chi paga, o come viene condiviso il costo?

Nel sondaggio, il 20% delle istituzioni intervistate ha dichiarato che vorrebbe intrattenere rapporti con altre un'istituzioni che ospitassero una delle loro mostre e questo sia per il prestigio ma sopratutto per guadagnarci. Ma solo la metà di di queste stesse istituzioni ha dichiarato che avrebbero fornito denaro se i ruoli fossero stati invertiti ospitando una mostra di un'altra istituzione.

Questo squilibrio è probabilmente in maggior ostacolo alla creazione di una offerta virtuosa, anche finanziariamente di mostre d'arte internazionali di alta qualità e diffusione.



CONCLUSIONI


Dal report di Vastari emerge quindi un quadro a due facce; da un lato un mercato con ampie possibilità di sviluppo, sia di offerta che di richiesta e quando parliamo di mercato lo intendiamo nella sua dimensione più ampia e trasversale; ciò che frena uno sviluppo appare essere la struttura organizzativa piu diffusa tra le istituzioni museali caratterizzate, a differenza anche di altre istituzioni pubbliche, da una sostanziale rigidità sia di bilanci e di carriere, con schemi e processi decisionali ancorati a formule superate.


che si combina con una generale tendenza dei musei a puntare piu alla conservazione che alla valorizzazione ed alla promozione. Anche sotto questo aspetto, dallo studio di Vastari è però possibile identificare delle linee di cambiamento già in essere e non solo nei musei privati ma anche in quelli pubblici.



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