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6) VADEMECUM DEL COLLEZIONISTA - I TREND DEL COLLEZIONISMO


Nella scheda precedente abbiamo visto che nel 2016 il mercato dell’arte ha scambiato circa 64 miliardi di dollari, in calo del 2% rispetto al 2015, ma in linea con il fatturato del 2013 e facendo segnare comunque un +60% rispetto al minimo toccato nel 2009, all’apice della crisi economica.

New York è sicuramente la piazza più importante e di riferimento del mercato internazionale dell’arte; in pratica ha sostituito il ruolo che ha ricoperto Parigi tra la metà dell’ottocento e la seconda guerra mondiale.

Ma qual’ è il focus del grande collezionismo mondiale ed il trend attuale?

Sul mercato hanno primeggiato le opere “top” ovvero quelle scambiate con valori oltre il milione di dollari, che pur rappresentando solo l’1% in termini numerici, rispetto al totale delle negoziazioni, come volumi rappresentano, invece, oltre la metà degli scambi.


Negli ultimi anni il settore più richiesto dai collezionisti è quello dell’arte del dopoguerra, seguito dall’arte contemporanea (contemporary).

Questi due filoni hanno coperto il 46% del valore totale del mercato ed il 41% in termini di numero delle compra-vendite, per un ammontare di 6,8 miliardi.

Il filone dell’arte moderna, che copre grossomodo il periodo che va dalla metà dell’ottocento a metà del novecento, ha contribuito per il 30% sugli scambi totali, per un valore di 4,5 miliardi di dollari.

In tale comparto, dove figurano artisti del calibro degli impressionisti, Van Gogh, i futuristi, Picasso, Modigliani, De Chirico, Kandinsky, solo per citarne qualcuno, evidenzia una concentrazione di scambi e spesso di capitali eccezionalmente elevati alla portata di pochi super fortunati.


In cima ai desideri dei collezionisti nel comparto dopo-guerra, che è il settore più richiesto, figurano alcuni artisti in evidenza quali Andy Warhol, il maestro della Pop Art americana, che da solo ha totalizzato l’8% del valore trattato nelle aste internazionali.

Tra gli altri protagonisti del mercato troviamo Francis Bacon, Twombly, Rothko, Lichtenstein, Basquiat, Dubuffet e per finire anche un italiano: Lucio Fontana, che nell’ultimo triennio è entrato nella lista dei top ten.

In crisi da anni, è il settore degli old masters, che fa riferimento alla pittura antica, che soffre essenzialmente per la mancanza di grandi capolavori sul mercato e per la legislazione restrittiva adottata dagli stati a tutela del loro patrimonio storico-culturale. Per i collezionisti, sempre alla ricerca della grande qualità, diventa sempre più difficile entrare in possesso di grandi capolavori, ormai reperibili solo a livello museale.


Nel 2015, si è però incominciato a vedere un ritorno d’interesse anche per tale comparto, con un aumento degli scambi del 4% e del 6% in termini di lotti venduti.

Per quanto attiene all’arte made in Italy, si è assistito ad un vero e proprio boom di vendite per gli artisti italiani (vedi tabella in calce).

I più richiesti sono, oltre al già citato Fontana, Castellani, Bonalumi, Burri, Boetti, Scheggi, i cui valori in asta ormai superano esborsi milionari.

Rimane, invece purtroppo sottovalutato, gran parte dell’ottocento, macchiaioli compresi e la prima metà del novecento, pur caratterizzata da grandi pittori quali Sironi, Campigli, Carrà e De Pisis.


SUCCESSO IN ASTA DEGLI ARTISTI ITALIANI


ANNO Sotheby’s in £ Sotheby’s in $ Christie’s in £ Christie’s in $


2008 13.583.725 23.668.280 11.010.400 19.224.150

2009 7.392.300 12.033.180 5.797.400 9.438.160

2010 17.221.950 27.589.560 18.627.650 29.822.860

2011 21.647.950 34.060.880 17.559.650 27.674.000

2012 15.569.650 24.967.490 18.162.600 25.526.640

2013 15.079.500 24.115.130 26.798.000 43.278.770

2014 41.412.650 66.413.460 27.584.000 43.968.890

2015 40.397.150 62.534.780 43.166.500 66.778.570


 

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