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LA GRANDE ONDA DI HUKOSAI. Mito e modernità di una icona

Kanagawa oki nami ura o nel piu comprensibile "La Grande onda di Kanagawa" è insieme a poche altre icone dell’arte come ad esempio la Notte Stellata di Van Gogh, è una delle opere di più immediata riconoscibilità; quest'opera ha influenzato il mondo dell'arte per due secoli e continua a rimanere al centro dell'attenzione delle arti visive e del design contemporanei. È stata creata da Hokusai Katsushika, uno dei più grandi pittori e incisori giapponesi del XIX secolo, come parte della sua serie intitolata 36 vedute del Monte Fuji, la montagna sacra del Giappone. La stampa fu creata da Hokusai intorno al 1830, ma pubblicata nel 1832. La tecnica esecutiva fa parte della tradizione giapponese chiamata ukiyo-e e consiste in una stampa con blocchi di legno.


HOKUSAI

Hokusai Katsushika - Sotto la Grande Onda di Kanagawa-1832


Prima di addentrarci nelle specificità artistiche di quest'opera, uno degli elementi di “valore" di quest'opera è che essa stessa è una testimone della storia del Giappone; il quale per secoli praticò un isolamento quasi assoluto e solo nei primi anni 60 dell'ottocento apri i suoi porti, ma quest'opera è realizzata con il pigmento del Blu di Prussia..., un colore distintivo, speciale ed europeo, il che significa che esisteva una sorta di scambio culturale anche durante gli anni '30.



Hokusai - la raccolta delle 100 vedute del Monte Fuji


Dopo l'apertura dei porti, questo lavoro è diventato rapidamente famoso ed esportato in Europa e in America, dove è stato celebrato da artisti famosi come Van Gogh, Whistler e Monet. Ha anche influenzato gli schizzi sinfonici di Debussy intitolati La Mer. Se è stata molto popolare durante il Modernismo, ciò non lo si deve al solo fatto che rappresentò per l’occidente una finestra su di un’arte ed una cultura lontana, perché quest’opera d'arte influenza ancora oggi molti artisti e designer contemporanei, dove diviene una sorta di icona, un marchio trasversale.



UKIYO-E: UN PATRIMONIO GIAPPONESE


Venendo all'esecuzione dell'opera, questa mostra una straordinaria abilità dell'artista nel lavorare con la tecnica tradizionale giapponese della xilografia ukiyo-e, che richiede l'intaglio di blocchi di legno uno, per ogni colore usato: una tecnica che necessita una infinita precisione e pazienza. Su ogni blocco si incide un'immagine con strumenti che tanto più sono appuntiti, tanto più rendono accurato il lavoro, poi vengono coperte le aree in rilievo con l'inchiostro, e poi il blocco viene premuto contro un foglio di carta.


I tradizionali blocchi di legno intagliati giapponesi, per gentile concessione della galleria Ukiyo


La Grande Onda ebbe fin da subito un importante successo anche tra i giapponesi non solo per la tecnica raffinata del maestro ed il soggetto, ma anche per quel nuovo ed esotico colore, sconosciuto in Giappone; fu una scoperta quella tonalità con dei saturi così distintivi e poi un colore di origine sintetica e ovviamente importato dall'Europa.


UN MAESTRO DEL PERIODO EDO



Il periodo Edo in Giappone (1603-1868) vide la rapida crescita economica, un rigoroso ordine sociale, politiche estere isolazioniste, una popolazione stabile e un godimento generale di arte e cultura. In questo contesto Katsushika Hokusai, fu il maestro indiscusso con la sua serie di stampe “Trentasei Vedute del Monte Fuji” tra cui appunto la famosa opera di “La Grande Onda di Kanagawa”.


Mappa giapponese di Edo Tokio - 1859, per gentile concessione di Wikipedia



Avvicinarsi ad opere così strettamente legate alla tradizione di una cultura specifica con occhi occidentali, può far perdere alcuni elementi costruttivi dell’opera ed essenziali per l’autore; infatti nonostante la grande ondata, ricopra la maggior parte dell'immagine, l'attenzione dell’artista è in realtà sulla montagna sacra Fuji sullo sfondo, un monte per cui Katsushika Hokusai aveva una personale ossessione spirituale, ma che è anche un importante simbolo della fermezza e della forza di un Giappone stabile e isolato, avvolto dalla propria tradizione e cultura .


IL CONTESTO DELL'OPERA



L'analisi contestuale di quest’opera potrebbe essere fatta su tre diversi livelli; quello personale (o quello che significava per l’artista), quello socio-storico (o cosa significava per il rapporto del Giappone con l'Occidente) e infine quello filosofico o spirituale (o cosa significasse in relazione al sacralità e simbolismo del monte Fuji).


Quel che rende questo lavoro unico e onnipresente sulla scena artistica ancora oggi è la presenza di tutti questi tre livelli contemporaneamente, che consentono letture multiple, combinate con la accuratezza della composizione e l'uso del colore .




LA VITA PRIVATA



Hokusai è nato a Tokyo nel 1760 e morì nel 1849; aveva più di settant'anni quando questo suo famoso lavoro fu stampato, il che significa che nella cultura giapponese tradizionale aveva abbondantemente superato età simbolica dei 61 anni, un'età in cui la persona ricomincia da capo una nuova vita; per semplificare, una sorta di maturità intellettuale: nella prima vita si impara, nella seconda vita si crea con ciò che si è imparato.


Un ritratto di sua figlia del 19 ° secolo, per gentile concessione di Wikipedia



Questo significava che nulla di ciò che si fosse creato prima di quella età fosse degno di nota. Il Maestro ha voluto quindi dedicare il resto della sua vita e lavorare ed uniformare la sua vita solo alla sua profonda relazione con la montagna. La serie delle vedute del Monte Fuji ebbe comunque una gestazione particolare. Attorno al 1828 Hokusai si trovava in gravi difficoltà finanziare, dovendo anche occuparsi di un nipote, probabilmente afflitto dal vizio del gioco. Furono i debiti ad ispirare il maestro per la creazione di una serie di stampe che unissero la sacralità del Monte Fuji con la vita secolare, la tradizione della pittura giapponese con le influenze dell’arte occidentale.



IL CONTESTO STORICO



La Grande Onda può essere considerata come l'immagine simbolica di quel cambiamento importante che avvenne alla società giapponese, un cambiamento che vide l’aprirsi del Giappone alle influenze straniere, viste nell’opera come portatrici di quell'incertezza del mare e contrarie alla fermezza e alla quiete del Monte Fuji: detentore dell'anima profonda del Giappone. Il mare aveva una connotazione protettiva prima della fine dell'isolamento perché era una sorta di barriera che proteggeva il Giappone dal mondo esterno; ma nella Grande Onda, la presenza delle barche da pesca tradizionali che vanno verso l'enorme onda rappresentano le parti del Giappone in contatto con l'esterno, cariche di incertezze e lotte che potrebbero minare la solidità del Giappone (Monte Fiji) tradizionale.


9.-HOKUSAI

Hokusai - Una delle 36 vedute del Monte Fuji, 1832, per gentile concessione di Wikipedia


Ma anche se l'onda appare spaventosa e dominante, il volto dei coraggiosi pescatori giapponesi, (ma non a caso con tratti occidentali) nelle loro piccole barche, appaiono calmi e decisi nel voler andare verso l'ignoto. Sotto questa luce, l’onda inizia ad assomigliare più ad una montagna, e la montagna sullo sfondo sembra una parte dell’onda stessa, un elemento che offre una lettura che cambia prospettiva dove il mare diventa terra e la terra diventa il mare. In questo trasmutamento, il monte Fuji ed il suo isolamento sacro non è più una dimensione per il futuro: il mare è ora una nuova montagna e una sfida con la sua altezza spaventosa, ma che conserva la forma familiare di una montagna.


​Hokusai - Sotto la grande onda di Kanagawa, Detail, 1832, detail. Per gentile concessione di Wikipedia



Ad aumentare l'effetto di fusione e dialogo tra gli elementi a spuma generata dall’onda al centro del dipinto, grazie a una specie di gioco artistico, può essere confusa con i fiocchi di neve che cadono sul Monte Fuji; il messaggio quindi di Hokusai per il suo popolo è chiaramente quello di rassicurarlo, suggerendogli che la loro forza interiore, incarnata dal Monte Fuji, può fornirgli le risorse e la forza per affrontare i nuovi cambiamenti ed un futuro ancorchè incerto e mobile come il mare.





CONTESTO FILOSOFICO



Come abbiamo visto, nessuna lettura dell'opera, sia quella socio-storica che quella personale, è possibile senza tenere in considerazione quanto fosse profondamente radicata nell'antica filosofia e la sacralità del Monte Fuji. Hokusai stesso, definì il monte "la fonte del segreto dell'immortalità". Un racconto popolare narra che: “l'intero segreto della vita eterna è stato dato a questo vulcano, che ha continuerà a fumare nuvole piene di risposte fino alla fine dei tempi, quindi rimanendo vivo per sempre”. Questa leggenda ha influenzato Hokusai e la sua visione della relazione della la sua vita in rapporto con l’immortalità "... raggiungerò cento anni ed avrò raggiunto uno stato divino nella mia arte, e a centodieci, ogni punto e ogni tratto sarà come se fosse vivo ".


Una delle 36 vedute del Monte Fuji di Hokusai


Da questo punto di vista, il rapporto tra la montagna, il mare e l’Uomo diventano ancora più complessi. La grande ondata è il simbolo travolgente dell'imprevedibilità di questa forma materiale di esistenza e della sua mortalità, in contrasto con il simbolo di un'eterna immortalità e sicurezza fornite dal Monte Fuji, che ora rimane sullo sfondo e inizia a somigliare ad una delle onde. L'onda si fa montagna e viceversa, la sacralità quindi dovrebbe essere trovata anche nella realtà mutevole dell'acqua, del mare, in cui siamo gettati per trovare coraggiosamente un cammino e rassicurazione della nostra immortalità spirituale.


UN LEGAME TRA EST ED OVEST


Hokusai fu influenzato dal lavoro di Shiba Kokan, un artista che faceva parte del collettivo Rangakusha in cui artisti e scienziati insieme uniformavano le loro scoperte a principi e tecniche occidentali. Queste influenze si possono trovare , nell’opera di Hokusai, principalmente nel suo uso del colore, come abbiamo già detto, ma anche nella composizione dell'opera che usa il criterio occidentale della lettura da sinistra a destra, in opposizione al tradizionale principio giapponese. Inoltre, Hokusai utilizza per la prima volta nella tradizione giapponese un orizzonte basso che gli permette di inserire un elemento tipicamente occidentale: quello del dinamismo, ottenuto con il movimento dell'onda che occupa due terzi dell'immagine. Ma Hokusai aggiunge di più in quest'opera; suggerendo una lettura da sinistra a destra, tipicamente occidentale mentre quella giapponese prevede la lettura da sinistra e quindi il primo elemento, in chiave tradizionale è il Monte Fuji.


Shiba Kokan - 1796 Vista di Shichirigahama vicino a Kamakura in Sagami, per gentile concessione di NGV


Hokusai però non era un innovatore, anzi, si poneva più che altro come un traduttore, un interprete ed un punto di congiunzione tra gli stili più distintivi dell'est e dell’ovest. Uno dei suoi più grandi meriti è quello che attraverso lui e la sua Onda ha reso la cultura misteriosa del Giappone più facilmente leggibile nel mondo occidentale grazie all’uso di elementi dello stile occidentale, senza rinunciare gli elementi portanti delle tecniche e dei motivi tradizionali giapponesi. Questo è probabilmente il motivo più importante per la sua popolarità in Occidente, che rimane ancora oggi con la sua trasversalità negli stili ed epoche artistiche.



L'INFLUENZA SULL'ARTE OCCIDENTALE



Il “giapponismo,” o l'influenza dell'arte giapponese sulla cultura occidentale divenne di moda durante l’impressionismo e reso celebre dai suoi famosi artisti. Nelle lettere a suo fratello Theo, Van Gogh dichiara quanto ammirasse le opere di Hokusai, lodando la qualità del suo disegno e il grande uso della linea nella Grande Onda; ed è indubbio che quest’opera abbia avuto un importante impatto emotivo sulla sua vita e arte. Molti studiosi collegano il movimento della famose Notte Stellata con quella dell’Onda di Hokusai.


Vincent Van Gogh - La Notte Stellata 1889



Quest’opera ha anche influenzato la produzione di sculture nel tardo 19 ° secolo, quando la scultrice francese Camille Claudel creò La Vague (1897) una scultura in cui le barche della Grande Onda furono sostituite con ninfe del mare, ma la cui espressività resta immutata.


Camille Claudel - La Vague 1897


Una delle opere d'arte più famose esplicitamente ispirate da Hokusai fu sicuramente il pezzo orchestrale La Mer di Claude Debussy, la cui copertina per la prima edizione della colonna sonora è stata pubblicata da A. Durand & Fils nel 1905 e presenta una riproduzione dell'onda di Hokusai.

E pensare che quest'opera, insieme alle 100 vedute arrivarono in occidente come carta da imballo.



L'ONDA NEL POST MODERNO


Oggi quest’opera, spazia ovunque: dalla pittura, dall'installazione, dalla musica, dalla street art alla moda e dal design industriale. Uno dei celebri dipinti che usano La Grande Onda come base è sicuramente l'opera dal titolo "Michael e io stiamo andando giu al pub per un minuto" del 1992 di Lin Onus, che rappresenta un cane che surfa su una creatura dal mare, sulla cima dell'onda di Hokusai.

Una interessante trasformazione dell'Onda è quella digitale dell'artista Kozyndan, dove la schiuma dall'onda è stata sostituita dai conigli nel 2003. L’Onda è presente un pò ovunque, dalle cartoline in Giappone, alle emoji digitali creato da Apple, sulle magliette per le strade di tutto il pianeta, tazze da caffè, pantofole, pareti.



HOKUSAI NELLA STREET ART



Particolare impiego l’opera di Hokusai la trova nella Street Art; ovunque da Londra, a Tokyo, a Brooklyn, si trovano pareti con La Grande Onda, raffigurata nello stato originale o reinterpretata in versioni pop con significati, elementi e colori diversi.


Nel lavoro dello street artist spagnolo Pejac sulle strade di Tokio, l'opera viene reinterpretata come omaggio alle donne lavoratrici giapponesi, dove l'onda esce da una paletta delle pulizie.



IL SUO SENSO OGGI



Dopo aver evidenziato alcune delle più importanti influenze contemporanee ispirate da questa opera, è bene chiederci quali siano gli elementi che hanno permesso a questa singola opera di avere un così ampio effetto e coinvolgimento. La risposta non è semplice, e le ragioni sono molte. Inizialmente l’opera, che come abbiamo visto fonde elementi orientali ed occidentali senza snaturarne nessuno dei due, fu come un'introduzione ideale alla cultura del Giappone, offrendo un’immagine di facile lettura che utilizzava elementi occidentali nel suo stile, in un'epoca in cui il Giappone era un mistero, l'opera d'arte era glorificata e ricreata per la sua freschezza e unicità.


In un secondo tempo, con gli impressionisti ed il giapponismo che che si diffuse nell'arte occidentale, fu l'intera cultura del Giappone ad essere glorificata come qualcosa di esotico. Sicuramente è in buona parte vero che il giapponismo ha contribuito alla diffusione di parte della cultura giapponese, ma con un problema essenziale; dal momento che il termine "esotico" implica una dose di superficialità, nel senso di una sorta e diffusa ossessione dalla misteriosa filosofia orientale, che non comprendiamo veramente e che vediamo da una logica e forte posizione eurocentrica, con il risultato che con il passare del tempo, trattandosi più che altro di una sorta di curiosità, l’effettiva profondità filosofica del significato di questa opera è perduta.


Vincent Van Gogh - Ramo di mandorlo in fiore, 1890


Ma sostenere che dell'Onda sia rimasta la sua bella forma e colore, che sia diventata uno mero spunto accattivante per stilisti e artisti alla ricerca di un qualcosa che fosse immediatamente riconoscibile ed universalmente apprezzato sarebbe un secondo errore; della Grande Onda di Hokusai sentiamo il dato naturale, ci sembra rappresentato con assoluta verosomiglianza. Ma sappiamo anche che questa immagine è lontanissima da ogni realismo naturalistico. Fedeltà al reale? Piuttosto fedeltà al senso profondo, ma visibile, del reale. Un’onda vera viene trasformata dalla magia dell’arte e dello stile, in un segno indiscutibile. Nell’emblema smagliante di ogni altra onda con il suo valore simbolico universale. Un emblema da vedere, e da ritrovare nel pensiero.

 

Consigli per la lettura:


la grande onda di Hokusai: la biografia di un'icona globale

La grande onda di Hokusai, come è comunemente nota oggi, è senza dubbio una delle esportazioni di maggior successo in Giappone, il suo profilo di cresting imponente è immediatamente riconoscibile, indipendentemente dalle sue diverse rappresentazioni nei media e nello stile. In questo studio riccamente illustrato e molto originale, Christine Guth esamina l'onda iconica dalla sua prima pubblicazione nel 1831 attraverso la notevole gamma delle sue articolazioni, sostenendo che è stato un sito in cui le tensioni, le contraddizioni e, soprattutto, le creatività produttive di il locale e il globale sono stati negoziati ed espressi. Segue la traiettoria dell'onda attraverso le geografie, collegando i suoi movimenti a sviluppi politici, economici, tecnologici e socioculturali più ampi. Adottando un approccio al caso di studio, Guth esplora i problemi che mappano la sua vita sociale attraverso il tempo e il luogo.

 

Riferimenti:


  • Henry D. Smith, Hokusai: Cento vedute del Monte. Fuji , George Braziller, Inc., New York, 1988

  • Christine ME Guth, la grande onda di Hokusai: Biografia di un'icona globale , University of Hawai Press, Londra, 2015

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