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SETTEMBRE, E FIRENZE TORNA CAPITALE DELL'ARTE. Non per le "grandi mostre", ma il grand


La Galleria degli Uffizi

Si potrebbe dire che Firenze, con la sua ricchezza d'arte, abbia gioco facile nel creare e proporre mostre incentrate sul proprio patrimonio ed è in gran parte vero, ma nelle scelte per questo autunno della capitale toscana, c'è una volontà precisa di puntare meno sulle "grandi mostre" d'importazione tanto di moda un po in tutta Europa, ma che esauriscono il loro effetto in breve tempo, ma piuttosto di fare grande il proprio patrimonio.


Uffizi, nuovo allestimento della Sala 41 con le opere di Michelangelo, Raffaello e fra’ Bartolomeo.

Una scelta che non nasce solo da una pur comoda rendita di posizione, ma tra nuovi allestimenti, rientri di opere in prestito, valorizzazione e nuove proposte di opere in archivio, Firenze punta a fare "sistema" di se stessa, della propria arte e delle proprie collezioni per essere essa stessa, nel suo insieme, ancora una volta ed ancora di più il grande evento.


Galleria degli Uffizi

Una precisa scelta di politica dell'arte quindi quella di Firenze, da cui molte altre città italiane potrebbero, e sopratutto dovrebbero, prendere esempio: valorizzare e rimodernare l'offerta significa creare nuovo e stabile valore aggiunto, con ciò che si possiede già, ed a Firenze non è poco.





LA NUOVA SALA DI LEONARDO

Dopo il riallestimento delle opere di Caravaggio e del ‘600, a febbraio, e della sala di Michelangelo e Raffaello, dello scorso mese, si inaugura ora agli Uffizi quella dedicata a Leonardo da Vinci.


Sarà ora possibile ammirarle nella nuova collocazione, nella sala 35 dell’ala di ponente degli Uffizi, in omaggio ad un ritrovato rispetto per il principio narrativo cronologico della Galleria. Infatti adesso la Sala di Leonardo precede quella dedicata, appunto, a Michelangelo e Raffaello.

I tre dipinti in essa ospitati furono eseguiti per edifici di culto e per questo motivo, nel nuovo allestimento, è stato scelto di dipingere i muri di questa stanza a spatola, ripetendo la tecnica antica, in un colore grigio pallido che rievoca le pareti delle chiese dell’epoca.


Le opere sono state inserite, come è stato fatto negli ultimi allestimenti delle sale di Caravaggio e del ‘600 e di Michelangelo e Raffaello, in teche che garantiscono una situazione microclimatica ottimale, riducendo al minimo l’impatto del calore e dell’umidità prodotti dall’ingente flusso turistico. Inoltre le teche sono chiuse da speciali vetri che annullano gli effetti di rifrazione della luce, a tutto vantaggio dei visitatori che potranno ammirare le opere senza l’interposizione di barriere apparenti.


Entrando a sinistra è il Battesimo di Cristo, eseguito per la chiesa di San Salvi nel 1475-78, anni in cui l’artista ancora collaborava con il Verrocchio: l’opera testimonia sia le divisioni dei compiti all’interno delle botteghe, sia il salto stilistico e tecnico tra il maestro e l’allievo. Leonardo, infatti, per le parti da lui eseguite si avvalse della pittura a olio, molto più adatta ad ottenere gli effetti di sfumato per cui diventerà poi celebre. Al solo Leonardo si deve l’elegantissimo angelo di profilo che regge la veste di Cristo, tanto sublime da far nascere la leggenda (riportata da Vasari) secondo cui Verrocchio, sopraffatto dalla superiorità di Leonardo, da lì in poi abbandonò per sempre la pittura.


Sulla parete di fronte è esposta l’Annunciazione, proveniente dalla chiesa di Monteoliveto, con un angelo così reale e materiale da proiettare la propria ombra sul prato fiorito, mentre atterra, chiudendo le ali, chiaramente studiate dal vero su quelle degli uccelli. Sullo sfondo, un paesaggio di mare e montagne in cui la simbologia mariana si traduce in una prova tra le più alte dell’artista sulla resa atmosferica dei “lontani”.


Al centro della sala si ammira l’Adorazione dei Magi, commissionata dai canonici regolari agostiniani per la chiesa di San Donato a Scopeto, e lasciata incompiuta al momento in cui Leonardo partì per Milano, nel 1482. Restaurata recentemente dall’Opificio delle Pietre Dure, grazie al finanziamento degli Amici degli Uffizi, con un lavoro di oltre cinque anni che rimarrà alla storia anche per le innovazioni metodologiche adottate e per gli straordinari risultati ottenuti, la pala è come una grandissima pagina di appunti, con alcuni brani più avanzati, altri appena accennati, tanto che guardandola pare quasi di partecipare al processo creativo di Leonardo stesso.



Questo miracolo di immedesimazione sarà ora possibile per tutti i visitatori, che possono fermarsi a inseguire con gli occhi, sulla superficie, la ricchezza di idee, dettagli, episodi. Il nuovo allestimento non solo è studiato per permettere un tipo di visita lenta, meditata, in cui il visitatore può confrontare le opere e capire l’evoluzione stilistica di Leonardo giovane, ma rende anche giustizia alla storia dell’arte, collocando le opere dell’artista immediatamente dopo le sale dedicate al ‘400 fiorentino. Essa fa parte di una serie di cambiamenti messi in atto per adeguare gli Uffizi alle necessità di comprensione del pubblico e ai primari principi educativi cui il museo è improntato.




TORNA AGLI UFFIZI IL SACRIFICIO DI ISACCO DI CARAVAGGIO


Dopo dieci mesi di assenza per il prestito concesso in occasione di due importanti mostre, a Milano e a Forlì, il gesto dell’angelo che ferma all’ultimo, drammatico, momento il braccio di Abramo deciso a ubbidire al volere del Signore ed a uccidere il figlio Isacco, descritto con incalzante realismo da Caravaggio, è tornato agli Uffizi; una occasione per vederlo o rivederlo.


E’ dunque visibile di nuovo nella città toscana questo capolavoro assoluto: e lo sarà ormai probabilmente per sempre. In questi ultimi decenni il lavoro di Michelangelo Merisi ha assunto un ruolo di primissimo piano. Tanto da divenire una delle opere identitarie del museo. Per questo si sono attivate le procedure che inseriranno presto il Sacrificio di Isacco nella lista delle opere inamovibili.




Riapertura Chiesa San Giorgio e Spirito Santo alla Costa




Chiusa da tempo, e dopo un importante restauro, sabato 30 settembre alle ore 18, la Chiesa di San Giorgio e Spirito Santo alla Costa verrà restituita al culto con una Messa solenne. I lavori di restauro, supervisionati dalla Soprintendenza di Firenze, sono stati realizzati grazie alla generosa donazione della Fondazione Gianmaria Buccellati e hanno riguardato in particolare il tetto, le facciate, i portali e i portoni d’ingresso.


Ritorna finalmente fruibile al pubblico e ai fedeli uno dei rari gioielli barocchi della città, che custodisce all’interno opere del Foggini e del Gabbiani.A partire dal 15 Ottobre la chiesa rimarrà aperta per la funzione religiosa domenicale delle ore 9,30.




Islam e/a Firenze Collezionismo dai Medici all’Ottocento


Uffizi, Aula Magliabechiana, e Museo Nazionale del Bargello

19 giugno – 23 settembre 2018


Tappeto Mamelucco Firenze, Gallerie degli Uffizi, depositi



Fra il Quattrocento e il primo Seicento sono numerose le testimonianze di arte islamica raccolte a Firenze: lo scopo principale di questa esposizione è quello di esplorare il cospicuo scambio di opere intercorso fra la capitale del Rinascimento e il mondo orientale islamico, con particolare riferimento al bacino del Mediterraneo.


Punto di forza della rassegna espositiva sono la varietà e la qualità delle tipologie e delle opere esposte: tappeti, tessuti, materiali lignei, ceramici e vitrei, metalli, avori, pietre dure e manoscritti. I manufatti islamici delle collezioni granducali saranno affiancati da opere di altissimo livello provenienti da raccolte italiane e straniere, nonché da una sezione dedicata alle influenze delle importazioni orientali sulle botteghe e officine italiane.


Cristofano dell'Altissimo Il Saladino


Il percorso della mostra è diviso in due sedi: quella degli Uffizi, a prevalente valenza storica e incentrata sui secoli XV-XVII, e quella del Bargello attenta al “revival” del collezionismo d’arte islamica a cavallo fra Ottocento e Novecento, esemplificato da figure di antiquari e collezionisti importanti ed emblematiche: Bardini, Carrand, Franchetti e Stibbert





Palazzo Davanzati espone il suo “Omaggio a Elia Volpi pittore”


Una mostra di disegni e dipinti inediti per scoprire il lato meno noto del “padre” del Museo della Casa Fiorentina Antica. Il Museo di Palazzo Davanzati in via di Piazza Rossa 13, vedrà prorogata la mostra Omaggio a Elia Volpi pittore. Un’occasione per scoprire un lato meno conosciuto dell’originale ed eclettico personaggio cui è legata la nascita del Museo della Casa Fiorentina Antica.


Il nome di Elia Volpi (Colle Plinio, Città di Castello, 1858 – Firenze, 1938) è infatti noto soprattutto quale intraprendente collezionista e antiquario. A lui si deve l’intuizione, ardita quanto geniale, di restaurare l’antico Palazzo Davanzati di Firenze e di trasformarlo, nel 1910, in un museo privato dedicato a testimoniare, nonché a promuovere commercialmente, architettura, arredi e, più in generale, lo stile di una abitazione fiorentina tra Medioevo e Rinascimento. Della sua biografia si ricordano anche le grandi aste antiquarie organizzate negli Stati Uniti e l’instancabile, e spesso discussa, attività di mercante d’arte.

Esiste però un Elia Volpi meno conosciuto che, durante e dopo la formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, si cimentò in una personale produzione artistica figurativa. Questa fase che va dai primi anni Settanta all’inizio degli anni Novanta dell’Ottocento, è poco nota ma non meno importante per restituire una visione a tutto tondo di questa complessa personalità.La mostra si propone di rendere omaggio al fondatore del Museo, ripercorrendone la formazione e l’attività giovanile di pittore attraverso l’esposizione di dipinti e disegni, in gran parte inediti, pervenuti al museo grazie a donazioni e di alcune opere provenienti da collezioni private.

I disegni, recentemente acquisiti al patrimonio di Palazzo Davanzati grazie alla donazione di Erica Dozza e Simone Borchi, testimoniano lo studio dei maestri del Rinascimento italiano e, accanto ai nudi maschili, dimostrano le precoci capacità artistiche del giovane Volpi. I dipinti su tela, alcuni donati al Museo altri in prestito da collezionisti privati, presentano un ventaglio più ampio di soggetti e influenze: dopo le scene di genere e i dettagliati interni di chiese e sagrestie di gusto tardo romantico, realizzati negli anni Ottanta, Volpi pittore conobbe i primi riconoscimenti e cominciò ad affermarsi anche nella pittura accademica di storia.


Tra le opere in mostra si segnalano: il raffinato ventaglio dipinto per la Regina Margherita nel 1885, con la Regina seduta nel giardino delle Grazie e incoronata dal Genio d’Italia in mezzo alle Virtù morali e civili, di cui si propone in mostra il bozzetto affiancato alla foto d’epoca; il fascinoso Ritratto di Pia Lori, sua futura moglie, risalente al 1890 circa; il Ritratto di fanciulla del 1885, utilizzato come immagine rappresentativa della Mostra, che spicca per la grande modernità.


Un'interno di Palazzo Davanzati

L’esposizione prevede inoltre una sezione multimediale: un video inedito, intitolato Elia Volpi nella quiete di Villa di Celle, ci proietta alla scoperta del lato più intimo del protagonista di questa mostra; un pannello touch screen con le foto dell’album dedicato a La storia di Palazzo Davanzati permetterà di ricostruire la storia della “creazione” del Museo e di un vero e proprio modello di “fiorentinità”.





A cavallo del tempo. L’arte di cavalcare dall’Antichità al Medioevo


Limonaia Grande, Giardino di Boboli

26 giugno – 14 ottobre 2018


Cavallo - Marmo - Firenze, Gallerie degli Uffizi


La mostra vuole proporre all’interesse del pubblico il forte legame che fin dalla Preistoria esiste fra uomo e cavallo in diversi aspetti: mitologia, vita quotidiana, sport, attività militare, ambito funerario e rituale. A partire dalle prime rappresentazioni sulle pareti delle grotte preistoriche fino all’impiego della staffa nel corso del Medioevo, il cavallo rappresenta per l’uomo un amico, un segno di prestigio sociale, un simbolo di potere politico.


Frammento di rilievo con parte di una biga - Fine I sec. a.C. - Marmo - Firenze, Gallerie degli Uffizi


Al tempo stesso il cavallo viene utilizzato in guerra, come mezzo di trasporto e impiegato in manifestazioni religiose e spettacoli agonistico/sportivi. I miti legati al cavallo sono numerosi in tutte le culture e testimoniano il rapporto preferenziale e l’attrazione che l’uomo ha sempre provato per questo animale, simbolo di forza, eleganza, potenza. La mostra illustrerà questo millenario rapporto fra uomo e animale grazie ad una articolata varietà di oggetti, provenienti dai principali Musei archeologici italiani ed esteri e cronologicamente compresi tra il X secolo a.C. e il XV secolo d.C. Si tratta di statue, urne, rilievi, vasi, terrecotte, finimenti che permetteranno al visitatore di ripercorrere l’evoluzione della “tecnologia” legata all’impiego del cavallo che, con i secoli dell’Alto Medioevo, conobbe una vera e propria rivoluzione.




Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci L’Acqua Microscopio della Natura


Uffizi, Aula Magliabechiana

29 ottobre 2018 – 20 gennaio 2019


Leonardo da Vinci - Studi sul lume cinereo della Luna



Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci giunge a Firenze come anteprima di assoluta grandezza nell’ambito delle celebrazioni leonardiane che si svolgeranno in tutto il mondo nel 2019 in occasione dei 500 anni della morte di una delle figure-icona della storia dell’umanità.


Le pagine del Codice vengono esposte in originale, e rese integralmente visibili grazie a una tecnologia del tutto innovativa. I disegni e le teorie del genio di Vinci sono esplorati in una serie di studi scientifici che ne dimostrano l’attualità sconvolgente. La mostra è realizzata dalle Gallerie degli Uffizi e dal Museo Galileo, col contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.





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