STORIA DEI FALSARI: SPACCIATORI DI BELLEZZA - Quarta puntata: OGGI
Ed eccoci ai giorni nostri, il mondo dei falsari si è aggiornato ed ecco che compaiono le prime truffe che passano attraverso E-Bay ed internet. Le vittime preferite oltre ai compratori sono Picasso e Giacometti, ma non mancano i reperti archeologici ed i moderni.
C'è anche chi cerca di frodare i mormoni e mette bombe per "rafforzare" la trattativa, chi dopo un solo anno di carcere oggi fa l'esperto anti frode per il governo, chi ha "fatto" 54 falsi Rodin e oltre 6000 sculture, chi è stato scovato dall'FBI in una operazione sotto copertura, chi scoperto fugge in Thailandia ma continua a ricevere gli assegni dal suo misterioso venditore, chi metteva all'opera tutta la famiglia, e chi da esperto mondiale d'arte ha pensato bene di fare il super trafficante d'arte spacciando un piccolo gesso quale "modello" di Michelangelo per il David e poi, come non ricordarla c'è la beffa delle false teste di Modigliani.
Ecco i falsari dei nostri tempi:
Robert Thwaites: inglese (1952) Realizzò falsi dipinti inglesi ad olio del periodo vittoriano. Riuscì a truffare un esperto come Rupert Maas che acquistò uno dei suoi falsi ottocenteschi, presentato come un John Anster Fitzgerald. Thwaites ha ingannato anche il titolare della Galleria Beetles per più di £100.000 con un'altra creazione intitolata "Andando al ballo mascherato", sempre dell'artista vittoriano. Venne scoperto e condannato a due anni. "Sapevo che se dipingevo un quadro di fauna selvatica sarei stato fortunato ad ottenere £1.000. Con un falso avrei aggiunto una bella fila di zeri".
Ely Sakhai: iraniano (1952) Era un gallerista di Manhattan, accusato di falsificare opere di numerosi pittori impressionisti e post-impressionisti. Secondo l'FBI, Sakhai aveva comprato anni prima un Gauguin originale, ne dipinse un duplicato vendendolo ad un collezionista giapponese. Sakhai poi, sfacciatamente, mise l'originale all'asta nel tentativo di raddoppiare i suoi profitti. Fu un puro colpo di fortuna che il proprietario, inconsapevole della falsificazione di Tokyo, abbia deciso di rivendere la sua copia allo stesso tempo. Senza tale coincidenza, probabilmente, il falso non sarebbe mai stato identificato. Sakhai inoltre ha falsificato opere di altri 25 pittori: Claude Monet, Marc Chagall, Pierre-Auguste Renoir, Paul Gauguin e Paul Klee tra gli altri... I pubblici ministeri hanno sostenuto che in circa 14 anni di vendite di falsi abbia ricavato circa 3 milioni e mezzo di dollari. Nel marzo 2004, venne accusato ma rilasciato su cauzione. Nella foto un falso Chagall di Ely Sakhai Nel luglio del 2005 fu condannato a 41 mesi di prigione e multato di 12,5 milioni di dollari.
Mark William Hofmann: americano 'The Utah Bomber' (1954) E' considerato come uno dei migliori falsari di documenti, monete e banconote nella storia degli Stati Uniti. E' stato scoperto a seguito di una frode che ha coinvolto la Chiesa Mormone; Hofmann li aveva convinti di aver scoperto documenti imbarazzanti, relativi alla storia della fondazione della chiesa. Contando sul fatto che volessero cancellare ogni eventuale fatto negativo relativo al loro passato, attuò il suo tentativo di truffa. Il 15 ottobre 1985, le schegge di due ordigni esplosivi, entrambi nascosti in pacchi indirizzati ai funzionari della Chiesa, uccisero due persone esplodendo a Salt Lake City, Utah: Steven F. Christensen, un vescovo mormone, e Kathleen Sheets moglie di un altro vescovo mormone. Entrambi erano coinvolti nelle trattative tra la Chiesa e Hofmann per l'acquisto segreto dei documenti 'recentemente scoperti'. Alla fine, Hofmann, dopo una confessione alle autorità di polizia, è stato accusato di furto e inganno relativo alle centinaia di migliaia di dollari frodati ai dirigenti della chiesa mormone e attraverso la vendita di falsi documenti storici e con due accuse di omicidio di primo grado. Attualmente sta scontando una condanna a 5 anni nella prigione di stato dello Utah. Nella foto un falso documento egiziano
Brigido Lara: sudamericano (XX secolo) Un falsario messicano di antichità pre-colombiane che ha creato molte copie con lo stile dei Maya e degli Aztechi. Lara ha venduto i suoi lavori come antichità messicane genuine, in quanto gli acquirenti non facevano troppe domande, poiché credevano di acquistare pezzi di contrabbando.
Nel luglio 1974, la polizia messicana ha sequestrato un gruppo di contrabbandieri - con Brígido Lara tra di loro. Un esperto nominato dal tribunale dichiarò le opere dei falsi.
Durante la sua prigionia, Lara ha richiesto dell'argilla fresca, per dimostrare la sua innocenza da contrabandiere ammettendo quella di falsificatore. Lo stesso esperto dichiarò autentiche le opere fatte in prigione. Lara è stato rilasciato nel gennaio 1975.
Il Museo d'Antropologia di Xalapa ha successivamente assunto Lara come restauratore e riconoscere le falsificazioni.
Nel 1987 Brígido Lara ha raccontato la sua storia a due giornalisti della rivista Connoisseur . Attraverso di loro il Museo d'Arte di St. Louis si accorse che la loro raccolta di Morton D. May conteneva le sue falsificazioni. Il Dallas Museum of Art e il Metropolitan Museum of Art hanno capito che avevano le falsificazioni di Lara nelle loro collezioni, anche se inizialmente sostenevano che non c'era alcuna prova.
Lara continua a scolpire in stili antichi ma ora firma il suo lavoro ed è un creatore autorizzato di repliche . Chiama le sue frodi precedenti "i suoi originali" o "interpretazioni originali".
Christian Goller: tedesco (1974) "Chi mi definisce falsario" ha detto Goller "sta mentendo. Dipingo solo nello stile dei vecchi maestri. Aggiungo la patina e le crepe come decorazione. Non si può dire sia un falso." Continua: «Credo che le copie rendano l'arte accessibile. Così tutti possono permettersi di appendere un Grunewald in casa". Goller sottolinea di non aggiunge la firma a ciò che chiama le sue ricostruzioni e le vende per quello che sono. Afferma di non essere responsabile per le valutazioni che fanno altri. Goller è stato protagonista di un programma TV negli USA "The Fine Art of Faking It" dove ha spiegato i segreti della falsificazione artistica.
Michael Hofbauer, uno storico dell'arte tedesca specializzato nelle opere di Cranach il vecchio, ha affermato che Goller ha prodotto fino a 55 Cranach falsi. Hofbauer afferma che un ritratto dell'imperatore Charles V , descritto e attribuito dal saloneo di Christie's Amsterdam come "Circolo di Lucas Cranach II (Wittenberg 1515-1586 Weimar), è stato infatti dipinto da Goller; il dipinto è stato ritirato dalla vendita del 25 novembre 2014. Accompagnava la pittura una copia di un certificato di Alfred Stange , uno storico d'arte tedesca che aveva esaminato la pittura negli anni '50 a Monaco di Baviera e la aveva autenticata. Nella foto il falso Cerchio di Lucas Cranach I
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Guy Hain: francese (XX secolo) Il 17 gennaio 1997, Guy Hain, soprannominato "il duca di Borgogna, un noto rivenditore di bronzo francese apparve davanti a un tribunale che lo accusava di aver prodotto migliaia di finte sculture, vendute come originali di Rodin, Renoir, Maillol, Camille Claudel, Carpeaux, Barye, Fremiet, Mène e altri scultori. E' stato condannato a quattro anni di carcere, ma ha scontato solo 18 mesi. E' stato arrestato nuovamente nel 2002. Questa volta le prove raccolte dal dipartimento di polizia di Digione consistevano in 1.100 copie di opere di 98 diversi scultori francesi. Il procuratore ha chiesto cinque anni di carcere e una multa di 2 milioni di franchi. Il valore stimato della frode va oltre i 60 milioni di dollari. Si è calcolato che abbia prodotto qualcosa come 6.000 copie oltre a quelle confiscate dalla polizia. Hain aveva contattato la fonderia Rudier, che aveva prodotto i bronzi di Rodin al volgere del secolo e convinto Georges Rudier, suo figlio Bernardo e il pronipote Eugène ad utilizzare gli stampi originali per delle rielaborazioni così ben realizzate che la maggior parte degli esperti furono ingannati. Utilizzando il nome e la reputazione dei Rudier, Hain ha raggirato banditori, commercianti ed esperti in tutto il mondo.
Nella foto: "Il bacio" è uno dei 54 falsi riprodotti tra 1919 al 1995, da 2 a 78 anni dopo la morte di Auguste Rodin (1917), tutti con firme contraffatte "A. Rodin" o "Rodin"
Frank X. Kelly: americano (XX secolo) Oltre all'attività di restauratore si dedicava assiduamente alle scommesse sulle corse dei cavalli. Verso il 1950 ha avviato un fiorente commercio di Renoir e Monet falsi. I suoi consigli per evitare di essere scoperti: usare il colore sopra vecchie tele recuperate in negozi di antiquariato, combinare elementi da opere esistenti ma non copiare mai esattamente e dipingere velocemente, perché la mancanza di spontaneità è il primo indizio di un falso. Kelly affermò che molti dei suoi lavori sono ancora in giro, da scoprire in collezioni private, due dei quali li ha visti di persona in importanti gallerie di New York (non dicendo quali). Thomas Hoving, ex direttore del Metropolitan, che ebbe a che fare con Kelly, racconta che a un ricevimento nel 1968 a casa dell'attrice Joan Sutherland, cinque dei 25 dipinti impressionisti della diva erano di Kelly. Una notizia che l'attrice ha appreso solo leggendo il libro di Hoving. Nella foto la firma falsa di Monet.
La famiglia Greenhalgh: inglesi (XX secolo) La Garden Shed Gang, nota sulla stampa anche come Artful Codgers. Protagonisti di uno scandalo che ha scosso dalle fondamenta il mondo dell'arte. Shaun Greenhalgh, la mente della famiglia, non ha mai frequentato una scuola d'arte e ha sempre patito il fatto di essere poco considerato, come era già capitato a Tom Keating (vedi la sua scheda). Greenhalgh, invece, conseguì un grande successo falsificando una varietà enorme di tesori d'arte: da figure egiziane e bassorilievi assiri a dipinti di Gaugin, Peploe e Lowry. I suoi genitori, George e Olive, abilmente contattavano i clienti, mentre suo fratello maggiore, George jr, gestiva i soldi, oltre 1 milione di sterline. Nell'immagine: la "Principessa Amarna" statua falsa di Greenalgh, venduto al Museo di Bolton, Regno Unito per £440.000.
Biagio (Luigi) Cugini e Charles Locke: americani (XX secolo) Nel luglio del 2005 Chantal Park una gallerista di Manhattan ha pagato 145.000 dollari per un falso disegno denominato "Personnage Endormi et Femme Accroupie" (persona addormentata e donna inginocchiata) presumibilmente creato da Picasso ma poi ritenuto falso da sua figlia Maya Picasso. L'aveva acquistato da Charles Locke di Duluth, Georgia e Biagio Cugini di Maynard, Massachusetts. La gallerista avviò una causa contro Cugini e il suo complice, in loro assenza, chiedendo la restituzione del denaro e 5 milioni di danni. Il giudice sentenziò una multa di 175.000 dollari. Cugini era anche co-imputato in un'altra causa in California, alla metà degli anni ottanta, per vendite di falsi per un ammontare di 600.000 dollari. Nell'agosto del 2010 Luigi Cugini, 68 anni, è stato nuovamente arrestato dall'FBI in Florida, accusato di cercare di vendere opere contraffatte di Picasso, Matisse e John Singer Sargent. Fu anche sospettato di avere falsificato documenti di provenienza Sotheby confermando la loro autenticità, come parte della collezione privata di suo nonno, Joseph Coletti. Ma anche in questo caso sembra aver mentito sul fatto di essere nipote di Coletti, uno scultore di Boston. Gli agenti dell'FBI, sotto copertura, hanno contrattato con Cugini per sei mesi, al fine di scoprire le sue attività. Il falsario ha cercato di vendere tre dipinti che sosteneva essere autentiche opere di Sargent, per $565.000. Oltre all'operazione sotto copertura che ha portato all'arresto di Cugini, l'FBI aveva precedentemente indagato Cugini per la vendita di un acquerello di Picasso contraffatto e per la richiesta di 28 milioni dollari per quadri falsi presumibilmente di Matisse.
Tatiana Khan e Maria Apelo Cruz: americani (XX secolo) Tatiana Khan, 69 anni, un'antiquaria di West Hollywood ha ammesso di avere venduto un disegno di Picasso, replicato nel 2006, a 2 milioni di dollari. In una denuncia contro di lei, è stato riferito che Tatiana Khan, proprietaria della galleria Chateau Allegre su La Cienega Boulevard, ha sostenuto che l'opera intitolata "La Femme au Chapeau Bleu" (la donna con il cappello blu) era un Picasso originale e in più ha detto al potenziale acquirente, Victor Sands del Sands Family Trust, che il dipinto in precedenza faceva parte del patrimonio di Malcolm Forbes e quindi comprarlo per soli 2 milioni era un vero affare. Si è scoperto che la Khan aveva detto alla pittrice Maria Cruz di aver bisogno di una copia dell'opera originale, perchè l'originale stesso era stato rubato ad un suo cliente, che necessitava della copia per attuare una trappola che avrebbe aiutato a catturare il ladro. La Cruz, aveva lavorato con la Khan così, credendole, realizzò il lavoro che le fu pagato 1.000 dollari. La Khan avrebbe venduto il disegno coinvolgendo anche altri complici, i Kavanaughs (vedi sotto), per convicere Sands a comprare il falso. Nel 2010 la Khan, che rischiava una pena di 45 anni, ha accettato di dichiararsi colpevole per le accuse di frode federale e come parte del patteggiamento ha restituito all'acquirente la somma ricevuta per il falso Picasso e, gli ha ceduto un quadro, originale, dell'impressionista astratto Willem de Kooning, che la Khan aveva acquistato con parte del denaro ricavato dalla sua frode. Nella foto Il falso Picasso: Donna con cappello blu.
Jack e Leslie Kavanaugh: americani (XX secolo) Jack e sua moglie avevano uno stile di vita opulento che rifletteva il loro successo nella vita, mentre la loro collezione di belle arti, testimoniava la loro conoscenza del mercato dell'arte. Una giuria di Los Angeles ha provato che Jack Kavanaugh, padre di Ryan, noto produttore cinematografico, ha frodato, spalleggiato dalla moglie Leslie, il suo ex amico Victor Sands convincendolo ad acquistare un Picasso fasullo per 2 milioni di dollari, ricevendo, in cambio, un "premio" di 800.000 dollari dalla gallerista Tatiana Khan. Jack Kavanaugh è stato condannato a pagare a Sands 250.000 dollari, mentre la giuria ha assegnato a Sands un ulteriore rimborso di 3,2 milioni in danni compensativi. Sands così, nel dicembre del 2010, ha archiviato la denuncia contro l'anziano Kavanaugh che lo aveva persuaso di investire più di $6 milioni "in una serie di dubbi investimenti, da cui Kavanaugh si trovava a beneficiare personalmente." Kavanaugh, infatti, aveva convinto Sands ad acquistare altre opere presumibilmente di Marc Chagall, Willem de Kooning e Pierre Auguste Renoir, che secondo lui "rappresentavano l'opportunità di investimento eccezionale che sicuramente avrebbero permesso a Sands di guadagnare molto rispetto al suo investimento iniziale". Anche se non è stato dimostrato che questi lavori fossero falsi, è stato asserito che erano 'strapagati' e mai avrebbero raggiunto i livelli di investimento e profitto promessi.
Kristine Eubanks e marito Gerald Sullivan: americani (XX secolo) Frode in televisione. La gallerista Kristine Eubanks e suo marito Gerald Sullivan sono stati giudicati colpevoli, nel 2007, di cospirazione ed evasione fiscale, avendo condotto un'asta d'arte due volte alla settimana, dal 2002 al 2006, su DirecTV e The Dish Network. La loro galleria, Fine Art Gallery, ha venduto falsi, litografie, stampe e dipinti trovati presumibilmente in liquidazioni immobiliari, a più di 10.000 vittime. Entrambi hanno ricevuto pene detentive di quattro e sette anni, oltre al sequestro di 3,8 milioni di dollari nei loro conti bancari. James Mobley, 63 anni, di Woodland Hills, banditore in uno show televisivo fu implicato nella stessa frode per cui è stato condannato a cinque anni di carcere. Il gruppo aveva comprato dei falsi e aveva stampato e firmato le documentazioni relative ad opere di Picasso, Dalì e Chagall.
William e Beryl Ann Toye: americani (XX secolo) William e Beryl Ann Toye, una coppia di Baton Rouge, è stata accusata dall'FBI di aver falsificato dipinti dalla famosa artista folk-nero Clementine Hunter. Secondo le accuse William Toye, 78 e sua moglie Ann di Beryl, 68,hanno venduto i falsi a ignari collezionisti e commercianti fin dal 1970. Opere che sono finite nei musei e in gallerie. William Toye precedentemente era stato arrestato nel 1970 sempre per contraffazione, ma non fu mai perseguito. La coppia è sospettata anche di aver utilizzato un intermediario, Jr. Robert Edwin Lucky, per vendere quadri falsi. Se colpevoli di cospirazione, i convenuti rischiano una pena massima di cinque anni di carcere, una multa di $250.000 o entrambi. Per la frode postale una pena massima di 20 anni, una multa di $250.000 o entrambi.
Robert Driessen, olandese (1959) A 16 anni, dopo aver abbandonato la scuola, iniziò a dipingere per mantenersi, fino a quando gli chiesero di realizzare, copiandole, le opere di alcuni pittori romantici olandesi: Paul Gabriel, Johan Hendrik Weissenbruch, Hendrick Willem Mesdag. Driessen acquistava nei mercatini alcuni dipinti antichi, poi toglieva la vernice dalla tela e ci lavorava sopra. Dopo alcuni anni iniziò a dipingere anche delle variazioni di opere degli espressionisti, come Emil Nolde, August Macke, Wassily Kandinsky and Karl Schmidt-Rottluff. Si trattava di copie vere e proprie, oppure Driessen modificava le tele, aggiungendo particolari di sua invenzione. Questa seconda serie di dipinti piacque a molti rivenditori d’arte, che acquistarono diverse sue opere della nuova serie “ispirata” agli espressionisti; tra questi acquirenti anche Michel van Rijn (vedi la sua scheda), ritenuto il contrabbandiere d’arte che è riuscito a concludere più affari nel mondo. Per un dipinto falso, all’epoca, Driessen era pagato dai 500 ai 700 euro. Fu contattato anche da diversi concessionari: Driessen ricorda una commissione di quindici acquerelli copiati da Nolde, che dipinse in un giorno solo. In tutto ha dipinto circa mille quadri, anche se oggi non vuole più sapere che fine abbiano fatto: qualcuno, dice, potrebbe «essere appeso in un museo olandese o tedesco», mentre altri sono stati venduti da Sotheby’s e Christie’s, due delle case d’aste più importanti del mondo. Negli anni Ottanta Robert Driessen, grazie ai suoi falsi, era già diventato abbastanza ricco. Iniziò a realizzare le prime sculture nel 1987, con la tecnica della colata. Driessen ha spiegato allo Spiegel che uno dei fattori decisivi fu il fatto che il mercato delle sculture era all’epoca molto più “ombroso” di quello dei dipinti. Le rifusioni delle sculture erano molto frequenti anche tra gli eredi degli artisti, le fonderie avevano spesso diverse copie dello stesso soggetto, oppure custodivano diversi soggetti commissionati dallo stesso artista, il che rendeva difficile tenerne il conto. È così che iniziarono a circolare dei falsi e degli originali, indistinguibili tra loro. La prima scultura che copiò da Alberto Giacometti venne realizzata nel 1998, dopo aver studiato il suo stile, la sua firma, il timbro della fonderia: realizzò una figura sottile di 2,7 metri e la intitolò “Annette”. Tenne la scultura nascosta in casa e soltanto dopo aver trovato un acquirente, fece fare la fusione in bronzo. Tramite un mercante d’arte riuscì a incassare dalla sua vendita 250 mila marchi tedeschi. La copia, così come molte altre in seguito, fu acquistata da un mercante d’arte di origini greche che viveva in Germania, identificato come “Guido S.”. La storia andò avanti così per altri dieci anni. Guido S., il suo mercante di fiducia, scrisse in seguito anche un libro su queste vicende, inventando la storia che le sculture di Giacometti erano state custodite segretamente da suo fratello, Diego, da cui lui poi le aveva comprate, rivendendole ad alcuni collezionisti in giro per il mondo. Robert Driessen e il suo nuovo socio in affari, Lothar Senke, cercarono di piazzare queste opere a persone ricche che non conoscevano bene le opere di Giacometti. La maggior parte dei falsi furono realizzati nella fonderia di proprietà di Roel Maaskant, a Brummen, in Olanda. Nel 2005, Robert Driessen, sua moglie e suo figlio emigrarono in Thailandia: prima di scappare, Driessen bruciò tutte le foto fatte ai suoi falsi, mentre Guido S. continuava a depositare i pagamenti degli affari conclusi sul suo conto in Germania. All’inizio, in alcune occasioni, tornò in Olanda, per continuare a realizzare dei falsi di Giacometti. Nel 2009 venne fermato dalla polizia, che stava indagando anche su Guido S., e lo trattenne per due ore all’aeroporto di Francoforte. Dopo essere stato rilasciato venne tenuto sotto sorveglianza per dieci giorni, dopodiché riuscì a ripartire per la Thailandia. Cinque mesi dopo, Guido S., Lothar Senke e altri due collaboratori vennero arrestati dalla polizia all’aeroporto di Francoforte, mentre cercavano di vendere dei falsi Giacometti per un valore di 338 mila euro. La polizia riuscì a scoprire anche il magazzino della banda nella città di Magonza, dove vivevano i suoi soci: c’erano 831 bronzi e 171 figure in gesso, tutte nello stile di Alberto Giacometti. Lhotar Senke fu condannato a 9 anni di carcere e Guido S. a 7 anni e 4 mesi dal tribunale regionale di Stoccarda che inflisse loro anche pesanti sanzioni pecuniarie. Niente da fare invece con Driessen che, non essendo tedesco, non può essere estradato dalla Thailandia. Oggi Robert Driessen è uno dei falsari più ricercati, dopo che tre anni fa venne arrestato Wolfgang Beltracchi, un pittore della regione tedesca della Renania che ha realizzato almeno cento dipinti falsi di pittori espressionisti, più o meno nello stesso arco di tempo di Driessen, guadagnando circa 30 milioni di euro. Per questo Driessen, scrive lo Spiegel, potrebbe tranquillamente ritenersi ormai il falsario d’arte più importante d’Europa ancora in libertà.
Wolfgang Beltracchi & Otto Schulte-Kellinghaus: tedeschi (XX secolo) A Colonia quattro individui sono stati accusati di aver messo in atto una falsificazione d'arte su larga scala. Wolfgang Beltracchi, nato Wolfgang Fischer, è un artista di Friìburgo, leader di un'organizzazione che comprendeva la moglie Helene, 52, la cognata Susanne, 57, due donne descritte come "grandi incantatrici" ed un altro presunto falsario Otto Schulte-Kellinghaus, tutti responsabili di una truffa che ha ingannato alcuni dei banditori più prestigiosi. False opere di Heinrich Campendonk, Max Pechstein, Johannes Molzahn, Fernand Léger, Raoul Dufy e Max Ernst sono state vendute come pezzi legittimi per l'enorme cifra di 30 milioni di sterline, battuta dai banditori di Christies e Lempertz. La polizia sostiene che in tutto siano stati venduti almeno 44 dipinti falsi.
Lothar Wilfried Senke: tedesco (XX secolo) Protagonista di un'altra grande truffa che ha colpito il mercato dell'arte tedesca. Lothar Senke, che si faceva chiamare conte Graf von Wallstein, fu accusato della contraffazione delle opere di Giacometti, un caso che riguarda più di 1000 pezzi. Nel 2011 fu condannato a Stoccarda per 38 dei 50 crimini di cui era accusato, tra cui la violazione del copyright di Alberto Giacometti. Senke aveva prodotto come garanzia sull'autenticità, per i potenziali acquirenti, un convincente libro di fotografie ed altre prove, poi secretate dal fratello di Giacometti, che era un suo amico personale. Le prove proposte erano talmente convincenti che alcuni comprarono delle sculture tirate fuori dal bagagliaio dell'auto di Senke. La sua banda era formata da Herbert Schulte - un commerciante di arte a Mainz - la moglie di Schulte e un altro complice. E' stato condannato a 9 anni di reclusione per falsificazione.
La beffa dei finti Modigliani (luglio 1984) Secondo una leggenda, nel 1909, il venticinquenne Amedeo Modigliani, prima di partire alla volta di Parigi, sconfortato dalle critiche negative riscosse dalle sue opere in Patria, decise di buttare alcune sue sculture nel Fosso Mediceo di Livorno, come gli sarebbe stato consigliato da alcuni amici del Caffé Bardi. La conservatrice del museo, Vera Durbè, con l’appoggio del sovrintendente alla Galleria d’Arte Moderna di Roma e del fratello Dario Durbè, fece pressione nei confronti del Comune di Livorno affinché venissero realizzati dei lavori nel Fosso Mediceo, per recuperare le sculture della leggenda. Il Comune di Livorno, alla fine, diede il via al progetto di recupero, che venne affidato alla stessa Durbè. Dopo otto giorni di lavoro, quando l’operazione sembrava ormai l’ennesimo spreco di denaro pubblico, riaffiorarono in superficie, sotto gli occhi di numerosi curiosi, due sculture, e, successivamente una terza, raffiguranti delle teste. Secondo Vera e Dario Durbè, le opere appartenevano senza dubbio ad Amedeo Modigliani. Livorno venne invasa da turisti (50.000 in venti giorni), giornalisti e critici d’arte, provenienti da ogni parte del mondo, che si affollarono al Museo di Villa Maria. Molti critici illustri, come Argan, Ragghianti, Carli e Brandi, applaudono i miracolosi ritrovamenti e si affrettarono ad attribuire queste opere a Modigliani. Poco tempo dopo, però, uscì su “Panorama” una notizia sconvolgente: la scultura soprannominata Modi 2 era stata realizzata da tre studenti universitari. Infatti, Pietro Luridiana, Pierfrancesco Ferrucci e Michele Guarducci, sostenevano di aver realizzato, con l’ausilio di un trapano, il falso Modigliani per fare uno scherzo. Dopo lo scotto dei “finti diari di Hitler”, il settimanale questa volta volendo essere sicuro di quanto asserito dai tre giovani, si procurò le foto dei tre ragazzi nel momento in cui realizzavano la scultura, nel loro giardino, e le pubblicò. Al fine di sciogliere gli ultimi dubbi sulla possibilità che una simile opera potesse essere realizzata in così poco tempo, i tre ragazzi vennero invitati ad uno Speciale del TG1, dove crearono in diretta un nuovo falso davanti a dieci milioni di telespettatori. A questo punto rimase il dubbio sulle altre due sculture, ma, la beffa non finisce qui. Di lì a poco, uscì dall’anonimato anche il ventinovenne, pittore e lavoratore portuale, Angelo Froglia, un ex appartenente al gruppo armato di estrema sinistra Azione Rivoluzionaria, già noto alle autorità per alcuni reati legati al consumo di stupefacenti. Angelo Froglia dimostrò di essere stato l’autore di Modi 1 e Modi 3 attraverso un videotape artistico, "Paito e Apate... della persuasione e dell'inganno (Cerchez Modi)", che susciterà anche l'interesse della critica al Torino Film Festival del 1984. A differenza dei tre ragazzi, però, Angelo Froglia, non si era posto come obiettivo una banale burla ma una più sofistica "operazione estetico-artistica" per verificare "fino a che punto la gente, i critici, i mass-media creano dei miti". Angelo Froglia dichiarerà, diversi anni dopo, di essere stato incaricato da terzi dell’esecuzione dei falsi. La questione, però, non verrà mai approfondita dalla magistratura poiché l’eventuale reato è caduto in prescrizione per decorrenza dei tempi. A tingere di giallo tutta la vicenda, c'è poi la morte in circostanze misteriose di Jeanne Modigliani, figlia di Amedeo, la quale, era in procinto di raggiungere Livorno ed era in possesso di una lettera anonima che la avvertiva della beffa. Secondo alcuni vi erano grossi interessi economici dietro il ritrovamento delle sculture e, quindi, vi sarebbe stato chi temeva le possibili rivelazioni di Jeanne Modigliani. In ogni caso Vera Durbè si dichiarerà sempre convinta dell'originalità delle tre teste. Le tre false sculture di Modigliani dopo essere state conservate nei magazzini del Comune di Livorno, dal 2014 saranno esibite in un'esposizione permanente. Dopo la beffa del 1984 l'affaire Modigliani sembrava ormai andato in archivio, invece nel 1991 altre tre teste sbucano fuori da una carrozzeria, il proprietario si chiama Piero Carboni il quale racconta di averle salvate dopo un bombardamento del 1943 da casa di suo zio Roberto Simoncini detto "Solicchio" (morto il 3/10/1938) che nel 1909 abitava in Via Gherardi Del Testa, la stessa via dove Modigliani - sempre nel 1909 - prese in affitto 2 stanze per scolpire.
Michel Van Rijn: olandese (1950) E' stato uno dei più importanti collaboratori di autorevoli mercanti d'arte e prestigiose case d'asta, ora è conosciuto, e tenuto alla larga, dal mondo dell'antiquariato da quando, nel 1987, divenne il protagonista di un sensazionale «thriller» d'arte che si sviluppò, arrivando a muovere studiosi di reputazione mondiale e cifre come ottanta milioni di dollari, attorno a una mitica statuetta in gesso alta poche decine di centimetri, priva di testa, braccia e gambe, che sarebbe stata il modello che lo stesso Michelangelo avrebbe fatto, prima di scolpire nel marmo il David. Anche quel piccolo ma possente torso, ormai noto nel mondo dei collezionisti come «il modello», era un falso? Forse, ma forse no, se un grande studioso e critico come Frederick Hartt ne attestò l'autenticità in una pubblicazione edita ad hoc. Comunque, nessuno sa più rispondere alla domanda: il «modello», dopo l'avventura internazionale che varrebbe la sceneggiatura di un film, scomparve forse in una cassetta di sicurezza di una banca londinese e, per quanto se ne sa, nessuno lo ha mai più visto. Van Rijn in ogni caso era un vero e proprio contrabbandiere di opere d'arte ricercato dalle autorità in tutto il mondo. Aveva aerei, un harem di ragazze e milioni in banca. Poi quando la situazione si è fatta difficile, ha iniziato a collaborare con la polizia per rivelare il ventre viscido del mondo dell'arte. Nell'ambito della sua collaborazione con le autorità, Van Rjin ha dichiarato - come riportato da Repubblica - che a Firenze opera una organizzazione che, dietro congrui compensi, è in grado di esportare illegalmente opere d' arte. Fin qui, si direbbe, niente di nuovo sotto il sole toscano. Ma, ciò che è più grave, Michel van Rijn afferma che di questa organizzazione farebbe parte la professoressa Mina Gregori, cremonese, ora 90 anni, una delle massime critiche d'arte del mondo, allieva di Roberto Longhi, presidente della fondazione intitolata al grande storico dell' arte, insignita tre anni fa della Legion d' Onore. Un monumento della cultura italiana che ha subito provveduto a querelarlo per salvaguardare la sua onorabilità
Peter Ashley-Russell: inglese (1948) Nel 2008 è stato condannato a tre anni per la falsificazione di argento antico. Nel 1986 fu condannato a 21 mesi per frode tramite punzoni falsi. La polizia, a seguito della scoperta di un cucchiaio e una forchetta d’oro del Seicento falsi, venduti da Christie, ha trovato nella sua bottega un pannello segreto contenente argenti falsi, utensili e 55 punzoni contraffatti per marchiare l’argento. La polizia calcola che Ashley abbia anche venduto circa 450 falsi su eBay. A fianco alcuni dei punzoni falsificati: sulla sinistra quelli indicanti l'anno (K=1687; t=1696-7; e=1700); a destra l'argentiere (IK= John King; IL= John Lamb; IS = John Smith)
La polizia ha trovato un pannello segreto nella borsa di Bethnal Green di Ashley-Russell, contenente forgi, strumenti e pugni in seguito alla scoperta che aveva fatto un falso cucchiaio e forchetta d'oro del XVII secolo venduto a Christie's.L'11 luglio 1985, un cucchiaio di trefido a trecento d'oro e una forcella a tre punte con i segni di William Mathew 1689, avevano venduto a Spink & Son, che offriva per conto di un cliente d'oltremare per 48.000 sterline. Sono state presentate alla Hall di Goldsmiths e trovate come falsi moderni fatti da monete d'oro fuso. Non tutti i falsi sono stati tracciati e ci sono voluti molti anni per il recupero del mercato.
John C. Andrews, inglese (1949) La maschera qui sotto è apparsa su Ebay nel gennaio 2008. Il venditore era John C. Andrews con l'appellativo di 'Antiqus-2000' diventato poi 'phosphene-gallery' e 'franks1310'. La maschera descritta come "un capolavoro indiscusso dell'arte egiziana" è stata attribuita alla 22° dinastia con una lettera incorniciata apparentemente scritta da Sir Wallis Budge nel 1920 e un'altra inviata dall'attuale curatore del British Museum, datata aprile 2003, col timbro del museo, che autenticano il pezzo, insieme con la busta della lettera e una copia xerox del pass d'ingresso della maschera al British Museum per il controllo, risalente al marzo 2003. Il prezzo era di 5.000 sterline. Qui sopra la falsa maschera, con lettere di provenienza false, proposte da John Christopher Andrews, su eBay, nel gennaio 2008. John Andrews è ancora in attività su eBay, ora vende copie con false etichette antiche. Compra delle repliche per poco e ci aggiunge un'etichetta opportunamente invecchiata, per poi rivenderle a centinaia di sterline. Qui sopra falsi ushebtis venduti su eBay da John Andrews nel febbraio 2011. L'ushabti (a sinistra) venduto per oltre 200 £ (altrove la copia è venduta per 20 £). Quello a destra, venduto per £59,99 può essere acquistato da altri rivenditori su ebay per £10. Al centro una delle etichette, con la falsa certificazione, aggiunta da Andrews.
William 'Billy' Mumford, inglese (1949) Ha ammesso di aver creato fino a 1000 falsi d'arte. I complici collocavano i suoi lavori in vendita su eBay o nelle case d'asta in tutto il Regno Unito, ricevendo una percentuale del 20% per i loro sforzi. Molti dei dipinti sono finiti all'estero, alcuni venduti e rivenduti come genuini. Le opere falsificate hanno imitato una gamma di artisti tra cui: Francis Newton Souza Sayed Haider Raza, Jilali Gharbaoui, Sadanand Bakre, Maqbool Fida Husain, il pittore paesaggista gallese Kyffin Williams e l'artista surrealista e modernista inglese John Tunnard. Il resto della banda, sgominata dall'"Operazione schizzo" di Scotland Yard: William 'Billy' Mumford, 63 anni, è stato imprigionato nel 2012 a Southwark Crown Court, con una condanna a 2 anni; anche sua moglie Daphne, 62, e altri quattro (Martin Petrskovsky 35, sua moglie Karen 25, Anthony Rose 24 3 Paul Shepherd 41) sono stati condannati per la loro parte nella frode.
Leon Amiel jr, Michael Zabrin e James Kennedy: americani (XXI secolo) Nel settembre del 2012, negli USA, i giudici delle Corti federali hanno condannato tre trafficanti d'arte: Leon Amiel jr, Michael Zabrin e James Kennedy – per aver venduto falsi di opere d'arte di celebri artisti come Chagall, Lichtenstein e Picasso. Si tratta di un caso di contraffazione di litografie alle quali i malfattori apponevano firme false dell'artista per poi venderle a collezionisti, con la complicità di altri mercanti d'arte, tra cui un italiano, Elio Bonfiglioli, attivo nel traffico internazionale di opere d'arte contraffatte, sgominato nel 2008 dai carabinieri con la collaborazione dell'Fbi per aver venduto falsi Mirò, Picasso, Botero, Chagall, Fontana e Manzoni. Sebbene i casi si siano conclusi tutti sfavorevolmente per gli imputati, i falsi venduti e che sono ancora in circolazione creeranno non pochi problemi nel mercato dell'arte a danno di collezionisti che acquistano opere, anche su internet, senza prestare attenzione ai certificati di autenticità e alla serietà del venditore. Un raggiro che finora è costato al mercato più di un milione di dollari con oltre 250 parti lese. La vicenda ha una lunga storia che si origina nei primi anni 70 quando uno dei maggiori editori statunitensi di libri d'arte, Leon Amiel senior ha iniziato a commercializzare stampe e litografie d'arte, alle quali apponeva di propria mano firme false e i relativi numeri di edizione prima di venderle ad art dealers che poi le rivendevano come autentiche. Anteriormente alla sua morte avvenuta nel 1988, il governo americano aveva intrapreso una serie d'indagini che nel 1992 si sono concluse con l'incriminazione della moglie e delle figlie per commercio di false stampe e litografie d'arte, ereditate dal patriarca. Gli agenti federali hanno sequestrato e distrutto circa 70mila stampe contraffatte create dalla famiglia Amiel, ma non tutti i falsi, cosicché il pronipote, Amiel jr., è rimasto in possesso di un patrimonio nascosto di falsi poi venduti su eBay e, con la complicità di Zabrin (già pluricondannato per lo stesso reato, per i falsi forniti da Bonfiglioli), sul sito web di quest'ultimo (FineArtsMasters.com). Zabrin aveva concordato di acquistare le stampe in conto vendita da Amiel jr. e quest'ultimo postando sul sito false offerte, aveva alzato i prezzi d'asta, mentre Kennedy, aveva contraffatto la firma degli artisti e i numeri delle edizioni limitate. Così Kennedy vendendo, a un ispettore postale sotto mentite spoglie, una stampa contraffatta di Chagall, fornita da Amiel jr., è stato processato e condannato, insieme a Zabrin e ad Amiel jr., per frode postale.
Pei-Shen Qian Glafira Rosales: messicana (XXI secolo) Mercante d'arte di New York protagonista di 15 anni di frodi per svariati milioni di dollari. La Rosales ha ammesso di aver frodato due gallerie di arte di Manhattan (la Knoedler Gallery e Julian Weissman) per più di 30 milioni con 63 pezzi di arte falsi, compresi dipinti che si diceva fossero precedentemente sconosciuti, e mai esposti, di artisti come Jackson Pollock e Mark Rothko, venduti a ignari acquirenti per più di 80 milioni di doillari. Nell'ambito di un patteggiamento le è stata richiesta la restituzione di un importo fino a 81 milioni di dollari oltre alla sua casa di Long Island e ai pezzi originali che ha acquistato tra il 1994 e il 2012. Questo anche per annullare ulteriori reati, tra cui un matrimonio fraudolento tra la Rosales, messicana ed un americano, per ottenere la cittadinanza USA. . Alcuni dei frodati, come John Howard che ha acquistato un falso Willem de Kooning per 4 milioni, hanno citato la galleria Knoedler, una delle più prestigiose negli Stati Uniti, fondata prima del Metropolitan Museum of Art. "Se qualcuno me lo avesse proposto per strada - ha commentato - non lo avrei mai comprato, ma questa è la Galleria Knoedler." La galleria, che ha chiuso dopo che lo scandalo è venuto alla luce, era di proprietà di Michael Hammer, facoltoso nipote dell'industriale Armand Hammer, ex Presidente della Occidental Petroleum Corp. L'artista che dipingeva i falsi, Pei-Shen Qian 73 anni, non è stato perseguito ed è tornato nella natia Cina. Nella sua prima intervista ai media occidentali, Qian, ha insistito sulla sua innocenza, che racconta nel suo morbido accento di Shanghai. Ha realizzato opere simili a quelle di Jackson Pollock, Mark Rothko e altri, ma non intendeva spacciarle come lavoro di quegli artisti per profitto: “Ho fatto un coltello per tagliare la frutta. Ma se altri lo usano per uccidere, incolpando me è ingiusto". 'Senza titolo', una delle opere falsificate attribuite a Jackson Pollock e realizzate da Pei-Shen Qian nel garage di casa sua. Non essendo possibile imitare questo tipo di opere, ne sono state create di nuove, spacciandole per dipinti non ancora noti dell'artista.
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