COME SI SCOPRE UN FALSO IN ARTE?
Il mondo dell'arte ci riporta qualche volta alla cronaca per la scoperta di falsi piu o meno clamorosi e se anche non è frequente qualche volta anche nei piu prestigiosi musei qualche "patacca" è stata scoperta ma in questi casi, scoprire il "fattaccio" è sempre molto difficile perchè coinvolge esperti, tecnici, carriere e prestigio. Ricorderete tutti o quasi tutti la vicenda delle famose teste di Modigliani, e sempre di Modigliani recentemente a Genova è stata chiusa una importante mostra per sospetti falsi nella collezione. Il perchè dei falsi è facile comprenderlo; basta guardare gli interessi economici e non che intorno ad un'opera od un autore importante si genera. Determinare l’autenticità di un’opera d’arte è un’operazione molto complessa. Elementi certi vengono ritenuti giustamente, i certificati d’autentica o menzione dettagliata in inventari o cataloghi, ma diciamoci la verità, anche questi possono essere falsificati ed allora gli storici dell’arte e i periti devono fare i detective.
In primo luogo il dipinto viene analizzato dagli esperti d'arte che grazie alle loro conoscenze storico-biografiche sull’autore possono riconoscere se si tratta di un quadro autentico. Un “buon occhio” - allenato sull’insieme di opere note a riconoscere lo stile e la mano dell’artista - è in grado di dare una prima indicazione sull'autenticità. Poi però scendono in campo gli strumenti tecnologici. Ad esempio, con i raggi X si scopre la presenza di disegni o di dipinti sotto la superficie, mentre la misurazione della radioattività del piombo nelle pitture a olio dà elementi utili alla datazione. Gli indizi più importanti che si trovano sono gli anacronismi, cioè dettagli incompatibili con la presunta età del dipinto: un classico “rivelatore” è l’uso di vernici inventate dopo la data.
Utili sono anche i software che analizzano la regolarità statistica della disposizione dei fili della tela (irregolarità, che si ripetono in ogni parte della tela, sono caratteristiche delle tele antiche, tessute a mano o a telaio), il tipo di pennellata (forma del pennello, lunghezza e larghezza del tratto) e gli schemi o modelli a confronto con quelli di altre opere, di attribuzione certa, dello stesso autore. È importante la zona in cui si trova la firma: per esempio le ridipinture indicano che non è contemporanea al dipinto. Ma vediamo più nel dettaglio le varie tecniche, con l'ausilio dell'opera qui sotto.
Ritratto di Anna Selbtritt, 1750 circa.
1 E 2 - ANALISI SPETTROSCOPICA A INFRAROSSO DEI MATERIALI
Evidenzia l’alterazione delle molecole di un materiale. Può essere eseguita sulle parti lignee originali di un’opera (tavola, telaio, cornice) per determinare tipo di legno ed età (10/20 anni di margine d’errore) o su altri materiali, come pigmenti o colle. Si effettua su un campione di pochi milligrammi e può portare a individuare degli anacronismi.
La luce infrarossa si distingue per la lunghezza delle sue onde, che penetrano profondamente nella materia. Questo fenomeno si verifica per esempio al tramonto, quando le onde luminose rosse, molto lunghe, riescono a trapassare lo spesso strato dell’atmosfera, carica di polvere e fumo, mentre la luce di altri colori a onde più corte viene assorbita.
In un quadro, per esempio, i raggi infrarossi possono penetrare nello strato di colore e, nel caso esso sia sottile, giungere sino alla base della preparazione bianca.
L’applicazione di questa tecnica è molto importante per la distinzione tra copia ed originale.
Quasi sempre un buon pittore esegue dapprima a matita di carbone o di piombo uno schizzo dei contorni dell’immagine sulla tela preparata. Se ad esempio un copista ha tracciato un reticolato per riportare le giuste proporzioni del dipinto, le linee nere, captate dal sensore della camera di ripresa, appaiono ben visibili sullo schermo (foto sopra)
Immagine di fondo del dipinto
Ogni pittore sviluppa uno stile personale. Un buon esperto è in grado di riconoscere la mano di un artista semplicemente osservando uno schizzo o un disegno.
Il riconoscimento del modo di abbozzare di un artista può confermare o smentire l’attribuzione di un’opera. Con questa tecnica, a volte, si riescono a distinguere alcuni tipi di pigmenti usati, facilitando così la datazione di un dipinto. La penetrazione dei raggi permette inoltre lo studio della craquelure nella profondità dello strato pittorico.
3 E 4 - ANALISI MICROSCOPICA DELLA SUPERFICIE PITTORICA
Permette di studiare i segni di invecchiamento. Si osserva la “craquelure”, il reticolo di piccole crepe, per capire se è naturale, artificiale, profonda o superficiale; i pigmenti (artigianali, industriali, purezza, cristallinità e dimensione), cadute di colore, indurimenti, restauri.
A sinistra la profondità della craquelure; a destra l'analisi dei pigmenti.
5 - ANALISI FISICA DELLO STRATO PITTORICO E SOTTO LUCE RADENTE
Con uno strumento chiamato duroflessimetro si verifica l’essiccamento della pittura che con il tempo tende a deformarsi. L’osservazione con luce radente evidenzia le asperità della superficie, consente di individuare ridipinture o restauri.
Analisi con il duroflessimetro
6 - ANALISI CON LUCE DI WOOD
La lampada di Wood emette luce con radiazione ultravioletta, che fa riconoscere dei materiali (come il pigmento bianco di zinco) che generano fluorescenza e segnalano vernici, stucchi o colle usate per ritocchi, ridipinture o restauri. Identificare i materiali aiuta a datare il dipinto e scovare anacronismi.
lo strato protettivo dei dipinti osservato con la luce di Wood
I raggi della luce di Wood si differenziano fondamentalmente dagli altri in quanto eccitano alcuni tipi di molecole creando fluorescenza. Ciò significa che il materiale non solo riflette ma emana una propria luce. La prova con la luce di Wood non altera soltanto i colori, ma induce la materia stessa a diventare luminosa.
A sinistra restauri in evidenza, a destra la stuccatura
La fluorescenza è un mezzo di ricerca molto importante. Si possono ad esempio distinguere perle vere da perle false, ambra vera da ambra fatta con resine sintetiche, restauri di mobili, pietre e smalti falsi e tante altre applicazioni
7, 8, 9 - RIFLETTOGRAFIA INFRAROSSA
È un metodo di indagine ottica che permette di studiare in profondità il dipinto, rendendo visibili eventuali disegni preparatori (7), correzioni, quadrettature (8), ritocchi o contraffazioni. La presenza di un disegno sotto la superficie è indizio dell’autenticità di un’opera.
A sinistra lo studio della craquelure; a destra la quadrettatura sottostante
Esistono poi altre tecniche non riportate nell'esempio del dipinto preso a campione e sono:
L’esame attraverso la materia con i raggi Röntgen (raggi x)
I raggi sono utilizzati in molti campi per vedere dentro o attraverso la materia. Qualsiasi apparecchio Röntgen usato in radiologia medica, sia esso moderno o di vecchia data, può servire per questo tipo di ricerca.
La Mona Lisa sottoposta a Raggi X
Si possono scoprire modifiche apportate dal pittore stesso o da un restauratore oltre che informazioni sulla tecnica pittorica attraverso le zone contenenti pigmenti quali il bianco di piombo. In alcuni casi l’esame permette di individuare un dipinto anteriore sotto a quello visibile. La radiografia di un singolo quadro, senza la possibilità di effettuare un confronto su vasta scala, è poco indicativa per scoprire la mano di un pittore.
La Pigmentografia
I pigmenti si possono distinguere al microscopio per il loro colore, la loro forma cristallina, la loro opacità e purezza. Con il metodo spettrografico si possono definire le varie molecole che compongono i pigmenti. Altri metodi per accertare il tipo di pigmento sono: la spettrometria di assorbimento atomico e l’analisi della fluorescenza di raggi Röntgen (X-Ray Fluorescence), anche abbinata al microscopio elettronico a scansione.
I picchi della suddetta curva segnano la presenza degli elementi rame nel pigmento blu azzurrite e del piombo contenuto nel pigmento bianco biacca.
Il Metodo al Radiocarbonio (14C)
Il metodo 14C venne salutato al suo apparire come arma miracolosa per la datazione assoluta e sicura di oggetti antichi e quindi per la lotta ai falsari. Esso permette di misurare l'età di materiali organici che contengono carbonio come legno, stoffe, capelli, avorio, carbone, corallo, cuoio, conchiglie, ferro forgiato, carta ecc. Il metodo si basa sulle seguenti teorie scientifiche: nell’atmosfera terrestre il carbonio si presenta con tre isotopi: 12C, 13,C e 14C. Solo quest’ultimo è radioattivo e pertanto instabile e misurabile.
Uno dei casi piu noti di datazione con il radiocarbonio: la Sindone
Il 14C si forma continuamente nell’atmosfera superiore per effetto di radiazioni cosmiche ed arriva sulla terra con la pioggia. Ogni forma di vita, siano piante o animali, riceve durante la sua esistenza, insieme all’acqua, anche l’isotopo 14C che viene assorbito dal corpo vivente e perciò anche dalle fibre del legno. Alla morte questo assorbimento cessa ed il 14 C si trasforma lentamente in 12C. La velocità di decadimento è nota e fissata in tabelle dettagliate, più volte rettificate e confermate.
Il diagramma qui sopra riproduce la curva di questo tempo di decadimento. La creazione e la concentrazione del 14C nell’atmosfera ha subito grosse oscillazioni nel corso dei secoli. Vi sono dei periodi incerti, forse a causa dell’attività del sole e delle oscillazioni nel campo magnetico. Lo sviluppo del 14C nell’atmosfera terrestre subiva delle variazioni così ampie che i risultati delle misurazioni in questi periodi non sono interpretabili. I periodi incerti coprono purtroppo due delle ere più importanti per l’arte: i secoli della civiltà greca e gli ultimi 350 anni della nostra storia.
Il metodo non è perciò applicabile per oggetti d’antiquariato creati dopo il 1650 circa, purtroppo la maggior parte di quelli offerti dal mercato. Riassumendo si può affermare che il metodo 14C è affidabile innanzi tutto per esami archeologici o comunque di oggetti molto antichi e consente in questo campo una datazione relativamente precisa e sicura. Per eseguirli sono indicati i laboratori delle facoltà scientifiche di importanti università. Gli esami però sono relativamente costosi. I campi più importanti per la sua applicabilità nell’antiquariato sono il legno e altre sostanze organiche come colla, ossa e avorio.
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