La favola dell'Italia che ha il "50% del patrimonio artistico mondiale"
L’Italia, grazie ai due nuovi siti che portano a 53 i luoghi iscritti nella lista dell'Unesco, si conferma leader mondiale di questa speciale classifica.Si è conclusa a Cracovia la 41esima riunione del Comitato del patrimonio mondiale che ha stabilito quali sono i nuovi siti inseriti nella Lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. Per entrare nella prestigiosa lista un sito deve soddisfare almeno dieci criteri di selezione, deve, ad esempio, “contenere fenomeni naturali superlativi o aree di eccezionale bellezza naturale”, o “rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo”.
È ora di smetterla di dire che l'Italia detiene il '50% del patrimonio artistico mondiale' (o anche più) perché non è vero!
Continuare a sentire tirar fuori per l’ennesima volta l’incredibile favola dell’Italia che ha il 50% del patrimonio culturale mondiale, è un vizio diffuso ed a cui in molti vogliono credere per campanilismo ma poi escono ovviamente commenti di contorno come “in Italia abbiamo il 50% del patrimonio artistico del mondo, eppure i nostri musei non sono tra i più visitati”. Di qui tutta una serie di legittime osservazioni sul famigerato sfruttamento economico dei beni culturali, per la gioia dei tanti che inorridiscono all’idea della cultura messa al servizio del marketing e del denaro.
Ma concentriamoci sulla balzana idea di quel “50% del patrimonio” (in questo caso “artistico”) che qualcuno estrae dal cilindro più o meno spesso e che, anzi, alle volte raggiunge addirittura cifre ben più alte: c’è chi afferma che in Italia ci sia il “60% del patrimonio artistico mondiale”, chi si spinge anche fino al 70%, addirittura su Facebook si arriva anche al 90% e magari tra un po’ spunterà fuori qualche fuoriclasse che ascriverà all’Italia il merito di essere stato l’unico paese al mondo ad aver prodotto testimonianze artistiche, visto che di questo passo il 100% dell’arte in mano nostra non è tanto lontano.
Per sfatare questo mito basterebbe intanto avere un poco di buon senso... anche perché affermare che il 50-60-70 eccetera percento del patrimonio artistico (o culturale, che sono i due termini che vanno per la maggiore) mondiale sia di nostra proprietà, non è solo strampalato ma è anche dannoso perché parte producendo un becero quanto inutile nazionalismo e logicamente conclude con l'esatto opposto, cioè che non siamo in grado di dargli il meritato valoreche non porta da nessuna parte. Ma siccome sembra che molti ancora non abbiano capito che l’Italia non è l’unica detentrice dell’arte/cultura nel mondo (o colei che ne possiede in maggior parte) tiriamo fuori qualche numeretto.
Posto che non vedo in quale bizzarro modo si possa fare una lista del “patrimonio artistico”, l’unico metodo plausibile credo sia quello di contare i siti inclusi nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO. Dal sito ufficiale dell’UNESCO risulta che su un totale di 936 tra siti culturali (725), ambientali (183) e misti (28) l’Italia abbia 53 siti riconosciuti (di cui 49culturali e 4 ambientali), un totale che farebbe quindi possedere all’Italia il 5,20% dei siti sul totale.
Conveniamo sul fatto che i siti UNESCO non sono tutta l'arte e la cultura prodotta; capirei se si parlasse di opere d'arte, visto che l'organizzazione internazionale non puo conteggiare queste che sono una infinità non quantificabile (la Gioconda, il David, la Primavera, ECC. non sono nella lista) ma nemmeno potrebbero esserlo a discapito di manufatti di culture e tradizioni diverse e lontane dal nostro sentire.
Ma anche se prendessimo i soli siti culturali saremmo a 49 su 725: si arriverebbe solo al 7,06% sul totale di quello che forse più di ogni altra cosa si avvicina al fantomatico concetto del patrimonio artistico mondiale. È vero che l’Italia è il paese che ha il maggior numero di siti riconosciuti dall’UNESCO, ma di qui ad affermare che ne possegga la metà, la strada è ben lunga.
Certamente i dati UNESCO non possono essere l'unico parametro, perchè non considerano le singole opere d'arte, possedute, presenti e create in Italia durante i secoli di storia, ed è certamente vero che sotto questo aspetto, la nostra "presenza" quali produttori, creatori e detentori d'arte ci fa salire in classifica in maniera sensibile, ma da qui ad auro definirci una sorta di "azionisti di maggioranza" del patrimonio artistico mondiale ne passa.
A proposito, c’è addirittura qualcuno di piuttosto famoso e abituato a sfoderare numeri a cascata, che in un arcinoto video6 ha addirittura sentenziato che “l’Italia è il paese che ha regalato al mondo il 50% dei beni artistici tutelati dall’UNESCO”, una favola talmente enorme e talmente assurda da farci domandare come sia stato possibile che sia stata inserita in una comunicazione istituzionale!!! E a quanto pare, benché molti abbiano riconosciuto e sbugiardato la colossale balla, sono ancora tante le persone anche dotate di una certa responsabilità che la diffondono sotto varie salse.
Affermare quindi, con la solita retorica, che l’Italia detenga la metà dei beni artistici globali, oltre a essere fuorviante, inutile e potenzialmente dannoso, costituisce anche opera di disinformazione, vista anche l’enorme quantità di persone che si fidano di questi numeri e su blog, forum, Facebook e via dicendo li vanno ripetendo orgogliosi del fatto che il loro paese abbia illuminato così tanto l’umanità.
Affermazioni simili non aiutano di certo a migliorare lo stato dell’arte e della cultura in Italia, anzi, sono del tutto controproducenti, inducono un orgoglio che, per quanto legittimo, si trasforma in sterile compiacimento ed immediatamente dopo nella disperata ed irresponsabile resa sotto la scusa "dell'abbiamo così tanto che non possiamo valorizzarlo". Ricordiamo a costoro, che nazioni che detengono molto meno patrimonio per qualità e quantità, hanno trasformato queste in ricchezza e noi che siamo ricchi di dote la dimentichiamo è la trascuriamo.
Non abbiamo volutamente messo didascalie alle foto a compendio di questo articolo, sono alcuni dei nostri gioielli e dovreste riconoscerli, se non è così, pazienza, è l'occasione per farlo e non nascondetevi dietro il fatto che siamo "troppo ricchi"