BOTTICELLI SVELATO: IL VIDEO DI IAM E LE FOTO IN ZOOM VIEW
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“Fiori di velluto sono le sue donne dai lineamenti arcuati, dai lunghi occhi pallidi, le teste languenti sotto il peso di masse d’oro; sciami di farfalle le lineate luci del mare, le foglie minute che avvolgono senza quasi posarvisi gli arbusti abbrividenti ancora del gelo invernale… l’esotica malia dei volti irregolari. il ritmo febbrile e languido dei corpi destano impressioni di musica nell’animo dell’osservatore”.
Con queste bellissime parole, più simili ai versi di una poesia che alla descrizione dello stile di un artista, Adolfo Venturi parla di Sandro Botticelli, artista vissuto nella Firenze del Rinascimento, pittore capace di creare suggestive immagini fatte di “cieli pallidi, scoloriti e limpidi, acque di tenue verde, rose senza splendore, di velo rosa stinto, o di velluto bruno, carni olivigne… o grigie miste d’argento”.
Primavera, 1482, Tempera su tavola, 203×314 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze
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Se pensate al Rinascimento e lo collegate ad un’opera probabilmente vi verrà in mente la Gioconda di Leonardo, il capolavoro più famoso. Ma se vi chiedessero di pensare ad un’opera che esprima più di tutte lo spirito del Rinascimento allora forse pensereste alla Nascita di Venere di Sandro Botticelli. Osservarla significa intraprendere un viaggio in mondi lontani, in un’Arcadia che non è mai esistita se non nei testi dei filosofi antichi, dove gli uomini sono saggi e forti e le donne bellissime e delicate come fiori. È questo lo spirito del Rinascimento, un’eterna primavera che Botticelli è stato in grado di cogliere e rendere immortale. Abbiamo pensato di offrirvi questo magnifico viaggio arricchendo l'articolo con foto in cui potrete "entrare" attraverso la tecnologia zoom view, basterà solo cliccare l'immagine.
Sandro Botticelli La Primavera tempera su tavola 203 x 314 cm) 1482 circa. Galleria degli Uffizi - Firenze.
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Sandro Botticelli (1444-1510), pittore fiorentino, è stato uno dei grandi interpreti della stagione del Rinascimento italiano. Il cognome “Botticelli” deriva da un nomignolo che era stato affibbiato al fratello Giovanni e poi esteso a tutti i maschi della famiglia. Dal 1464 al 1467 è apprendista presso Filippo Lippi; a questo periodo si possono ricondurre molte delle sue Madonne, uno dei soggetti privilegiati dal giovane Botticelli (es. Madonna col bambino e due angeli, dipinto del 1468). Botticelli è un talento precoce e già a 26 anni si mette in proprio e apre una bottega tutta sua.
Sandro Botticelli, Madonna col bambino e due angeli, 1468 ca., Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte.
Negli anni Settanta del Quattrocento, Sandro Botticelli si avvicina ai principi dell’Accademia Neoplatonica, istituzione fondata da Cosimo de’Medici. L’Accademia giocherà un ruolo chiave nel definire la filosofia rinascimentale, con la riscoperta degli autori del mondo classico, della mitologia greca e di una rinnovata concezione dell’uomo, posto nuovamente al centro dell’universo. L’adesione al classicismo permette a Sandro Botticelli di essere ammesso alla corte di Lorenzo il Magnifico che gli commissiona varie opere: la più famosa è L’adorazione dei Magi (dipinto del 1475). In questo dipinto Botticelli ritrae i membri della famiglia Medici nei panni dei protagonisti dell’opera (era una consuetudine all’epoca inserire il committente nel dipinto). Ciò che non tutti sanno è che il ragazzo alla destra del dipinto che guarda l’osservatore con aria di sfida pare sia Botticelli stesso.
Sandro Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475 circa, tempera su tavola, 111×134 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.
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È negli anni Ottanta del Quattrocento che Botticelli dipinge i suoi capolavori più noti: La primavera e La nascita di Venere (1482-1485). È possibile ammirare entrambe le opere agli Galleria degli Uffizi di Firenze. A dire il vero la bellissima Venere di Botticelli in realtà non è un esempio di bellezza perfetta: non ha scapole, né sterno, il busto è troppo lungo e l’ombelico è troppo in alto. Probabilmente, se fosse reale, non sopravvivrebbe a lungo (un po’ come Barbie). Ma chi fa caso a questi dettagli al cospetto di un volto e uno sguardo di incomparabile bellezza?
Sandro Botticelli “Ritratto di una giovane donna” (Simonetta Cattaneo Vespucci) 1480-1485 - 82 x 54 cm Städel Museum, Francoforte
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In effetti, ciò che colpisce dei dipinti di Sandro Botticelli è la ricerca continua di una bellezza e di una grazia perfette. Le sue opere sono intrise di un lirismo che rendono i suoi soggetti più simili a creature di un mondo ideale, piuttosto che a rappresentazioni fedeli della realtà. Forse non tutti sanno che anche Sandro Botticelli diede il suo contributo nell’affrescare la Cappella Sistina. Nel 1480 fu inviato a Roma da Lorenzo il Magnifico insieme agli artisti Cosimo Rosselli, Domenico Ghirlandaio e Pietro Perugino, come “ambasciatori” dell’arte fiorentina. I quattro avevano il compito di affrescare le pareti della Cappella con dieci scene raffiguranti le Storie della vita di Cristo e di Mosè. Botticelli realizzò tre affreschi che, sebbene siano considerati opere di grande pregio artistico, non vengono annoverati tra i capolavori dell’artista fiorentino. Negli stessi anni realizza per i Medici la raffigurazione della Divina Commedia di Dante; i disegni conosciuti sono 92. l'unico completato è quello che introduce i Canti dell'Inferno, cioè La voragine infernale: un lavoro quasi mistico in cui esistono migliaia e migliaia di dettagli.
Sandro Botticelli 1480-1495 Punta d'argento e inchiostro, su pergamena 32,5×47,5 cm Biblioteca Apostolica Vaticana
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La vita di Sandro Botticelli cambia bruscamente con la caduta dei Medici e la presa del potere del frate Girolamo Savonarola nel 1494. L’artista mette da parte i soggetti mitologici per dedicarsi all’arte sacra. Pare che fu preso da un vero e proprio fervore religioso che, almeno stando a quanto scrisse lo storico dell’arte Giorgio Vasari, lo spinse a bruciare alcune delle sue opere più datate in quei roghi noti come “falò delle vanità” in cui i seguaci di Savonarola bruciavano ciò che ritenevano sacrilego o scabroso. Benché considerato dai fiorentini un artista di riguardo, negli ultimi anni di vita Botticelli cade in disgrazia.
Sandro Botticelli, Adorazione di Cristo bambino c. 1505
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Secondo Vasari, Botticelli “condottosi vecchio e dissutile… non potendo più far niente, infermo e decrepito, passò di questa vita”. Fu sepolto presso la chiesa di Ognissanti nel 1510. Le sue opere perdono valore, surclassate da quelle di Michelangelo e Leonardo, assolutamente innovative e rivoluzionarie per l’epoca. I suoi capolavori vennero completamente dimenticati per oltre tre secoli, per essere riscoperti solo nell’Ottocento.