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ALLA TATE “QUEER BRITISH ART 1861–1967” É UN GRANDE SUCCESSO PER LA PRIMA MOSTRA DEDICATA ALL'AR


Henry Scott Tuke "The Critics" 1927 - iamcontemporaryart.com

Henry Scott Tuke "The Critics" 1927

Londra è sempre il “place to be”. Ma lo è ancora di piu questa estate da quando la Tate Britain in primavera ha aperto i portoni per il popolo queer. Data la qualità delle opere il successo era atteso ma sta superando le piu rossee aspettative.

Ma di cosa si tratta? Non esaltatevi troppo. Non si tratta di un super party popular-esclusivo, ma della prima mostra dedicata all’arte inglese dedicava ai precursori del movimento Lgbt.

Sappho and Erinna in a Garden at Mytilene 1864 Simeon Solomon 1840-1905

Dal sensuale bacio lesbo fra Saffo ed Erinna di Simon Solomon (Sappho and Erinna in a Garden at Mytilene, 1864), all’acclamatissimo “Going to be a Queen for Tonight”, manifesto queer della generazione Sixites. Passando per capolavori di Francis Bacon, Keith Vaughan, Evelyn de Morgan, Gluck, Glyn Philpot, Claude Cahun e Cecil Beaton.

Bathing 1911 Duncan Grant 1885-1978

La collettiva, visitabile fino al 1 ottobre 2017, si compone di opere che spaziano fra il 1861 e il 1967. Un limite temporale che i due curatori, Clare Barlow e Amy Concannon, non hanno scelto per caso. Il 1861, in Inghilterra, è l’anno di abolizione della pena di morte per il reato di sodomia; cinquant’anni fa, invece, veniva definitivamente depenalizzata l’omosessualità.

1918 Lady whit a Red Hat, di William Stang


Una sorta di anniversario, quindi, che la Tate ha scelto di celebrare proprio con “QUEER BRITISH ART 1861–1967”. Che vuole essere anche l’occasione per indagare (e mostrare al pubblico) come gli artisti hanno reso nelle opere una fase storica di grande trasformazione e mutamento, soprattutto per ciò che riguarda la sessualità e il genere.

Nella mostra il complesso mondo Lgbt viene raccontato con molteplici tecniche, e diversi punti di vista e finalità: a tratti con pudore o, in alternativa, per scopi politici; in modo giocoso oppure con l’intento malcelato di provocare. Attraverso quadri, riviste, video, foto e addirittura oggetti personali. Un secolo di orgoglio queer in uno dei templi dell’arte classica della Regina.


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