È INIZIATA LA BIENNALE D'ARTE DI VENEZIA; LA CITTÀ INVASA DALL'ARTE. ECCO LE NOSTRE SCELTE E
Se a questa Biennale torna la “Vita”, tornano anche i protagonisti in carne ed ossa, differenziandosi in questo dalle ultime edizioni che presentavano soprattutto opere intrise di riflessioni su ideologie, nuove tecnologie e derive cognitive. Così, nel Padiglione centrale ai Giardini Franz West ci dorme, come Yelena Vorobyeva e Victor Vorobyev che condividono un letto su cui riposano distesi, Frances Stark si ritrare seduto sul divano del suo atelier, mentre Katherine Nuñez e Issay Rodriguez, due deliziose artiste filippine, si esercitano con l’uncinetto esibendo la stessa rilassatezza e calma delle zie di una volta. Se la noia e l’ozio possono trasformarsi in momenti di intensa creatività, sembra dirci la curatrice, anche i libri sono da sempre fonte d’ispirazione, perciò sono in mostra quelli John Latham a forma di enciclopedie bruciate, oppure quelli di Abdullah al Saadi più simili a codici criptici o ancora quelli ridotti a merce da magazzino di Hassan Sharif. Dagli assolo si passa agli happening e cercando le opere concrete, sempre meno presenti, si incontrano esperienze raccontate e messe in scena: il brasiliano Ernesto Neto ospiterà indios amazzonici per riti di guarigione, Yaruba Anna Halprin, artista americana molto anziana, riproporrà davanti alla Biennale la sua Planetary Dance, ballo per la pace di cui è già presente il video nel padiglione centrale dell’Arsenale, mentre l’artista nigeriano Jelili Atiku apparirà su un cavallo bianco nel giardino delle Vergini.
I Padiglioni delle nazioni ai Giardini sembrano interrogarsi sul presente attraverso nomi già noti e quotati, come Mark Bradford per il Padiglione degli Stati Uniti, Phyllida Barlow per la Gran Bretagna e Anne Imhof per la Germania. Una scelta ribaltata dal Padiglione Italia all’Arsenale, curato da Cecilia Alemani, già da molti giudicato il più sbalorditivo, che gioca su una triplice presenza. "Il mondo magico", titolo ispirato a quello di un libro dell'antropologo Ernesto de Martino (1908-1965), propone opere che ritraggono ‘Cristo’ in versione ‘mummia’, realizzate da Roberto Cuoghi, il percorso prosegue attraverso l'installazione altrettanto suggestiva ed emozionante "La fine del mondo" di Giorgio Andreotta Calò, fino alla video installazione di Adelita Husni-Bey. "E' bellissimo", ha detto entusiata il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini presente all'inaugurazione del Padiglione. Il Ministro ha poi sottolineato il valore della scelta di Cecilia Alemani come curatrice dopo una attenta selezione e fatto un plauso "alla scelta intelligente di restringere il numero degli artisti presenti", riferendosi a edizioni passate piuttosto caotiche.
Molte poi le novità di questa edizione all’insegna di una maggiore disponibilità alla condivisione da parte degli artisti: incontri con il pubblico all’ora di pranzo ai Giardini e all’Arsenale, iniziativa chiamata “Tavola Aperta”, che si svolgerà ogni venerdì e sabato, video-selfie in cui si presentano e persino liste dei loro libri preferiti redatte per il progetto «La mia biblioteca». Come sempre poi, intorno alla Biennale si dipana in tutta la città un‘offerta immensa di altre occasioni da non perdere e se quest'anno tutto sembrerebbe ruotare intorno all’uomo, alla vita e ai temi della magia e del sogno, vale la pena perdersi per le calli e immergersi nell’incantesimo che celebra, tra gli altri, il ritorno del ragazzo cattivo della Young British Art, Damien Hirst alla Fondazione Pinault (Punta della dogana e Palazzo Grassi) e di un colosso del nostro design come Ettore Sottsass, alle Stanze del Vetro della Fondazione Giorgio Cini.
Vi auguriamo quindi buona Biennale perché oltre alle cose che è importante sapere, ci sono quelle su cui ci si può informare, ma soprattutto c’è da vedere, sentire, girare, emozionarsi, esserci per poi poter raccontare a qualcun altro la vostra Biennale che è sempre diversa e speciale e sempre là che vi aspetta fino al 26 novembre, vaporetto linea 1 (ma, fedele alla linea della confusione, anche la 2, 4.1, 5.1, 6 e di notte la N)