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I MUSEI PIU VISITATI NEL 2018 NEL MONDO. Crescono i cinesi, crollano i britannici

Il Louvre si conferma il più visitato museo al mondo, per l’undicesimo anno consecutivo (cioè da quando esiste la Classifica annuale di «The Art Newspaper», la piu affidabile e curata in questo senso) e torna sopra gli 8 milioni di ingressi, rispetto ai 7 milioni dello scorso anno. Ma erano addirittura 9,7 milioni nel 2012, quando il museo rincorreva baldanzoso la soglia psicologica dei 10 milioni di biglietti. Poi c’è stato il terrorismo, la paura e il crollo dei turisti nella Ville Lumière. Ora gli anni della decrescita paiono finalmente alle spalle.


1° - Museo del Louvre di Parigi

Lo tallona il National Museum of China, un colosso con più di un milione di straordinari pezzi di arte e storia cinese, affacciato su piazza Tienanmen a Pechino; tradizionalmente meta di turismo interno, anche se in Cina parlare di turismo interno, viste le dimensioni è un paradosso, ma ora ha sensibilmente aumentato i biglietti staccata da turisti non cinesi. È oggi il più credibile contendente del Louvre alla leadeship mondiale, dopo anni in cui la sfida è stata tutta europea, o al massimo americana (e qualcosa vorrà pur dire).


2° - il Museo Nazionale della Cina di Pechino

In Italia intanto (in attesa delle future politiche culturali del Governo per ora piuttosto nebulose: si sa cosa si cambia, non il perchè ne con cosa), possiamo registrare solo il bilancio consuntivo di Franceschini "Il bilancio della riforma dei musei è davvero eccezionale: dai 38 milioni di visitatori del 2013 ai 50 del 2017. Record per l’Italia". Immediate le polemiche perché, se è vero che i dati sono reali e la crescita in molti casi è effettiva, la domanda sempre più urgente è: quanto contano davvero i numeri?


3° - il Metropolitan Museum of Art di New York​


E quanto dovrebbero contare per il Ministero e per chiunque abbia una responsabilità "culturale"? Dal momento che le migliori performance sono state conquistate dai "supermusei" (dotati di autonomia e di nuovi direttori ad hoc), un’ulteriore possibile domanda è: ha senso assoldare professionisti dall’Italia e dall’estero soprattutto per richiamare le masse, o non sarebbero questi in grado, piuttosto, di indicare strategie e strumenti per far crescere non soltanto i biglietti staccati ma anche la conoscenza e la cultura diffusa (e, perché no, l’amore e il piacere per l’arte)?


4° - i Musei Vaticani

E visto che ci stiamo ponendo tante domande, facciamocene un’ultima: quale valore attribuire a classifiche fatte di soli numeri? Forse soltanto un valore relativo, utile per individuare tendenze. D’altra parte, per il momento mancano altri strumenti oggettivi e capaci, se non di indicare la reale qualità di un museo, quantomeno di verificarne la salute e di leggere la direzione verso cui si orienta. In sostanza i dati numerici sono immediatamente leggibili, mentre quelli sostanziali e strutturali, che in un settore come l'arte prevalgono sui primi, hanno bisogno di una serie di strumenti piu complessi per essere letti.



CHI SALE...

Sale quindi il Louvre (anzi, rimane al numero 1). E aumenta i suoi visitatori anche il Metropolitan (3) di New York che, sebbene superato dalla new entry cinese, nel 2017 ha 300mila ingressi abbondanti in più rispetto all’anno precedente (a cui vanno aggiunti i 399mila del Met Breuer, aperto nel marzo 2016).


5° - British Museum di Londra

In Italia, Uffizi sempre primi (ma 26mi nel mondo) mentre cresce ancora Venaria Reale (4; nel 2016 aveva per la prima volta superato il milione di ingressi) e, finalmente, la Pinacoteca di Brera (21) dove la cura Bradburne e i continui riallestimenti sembrano portare quella visibilità (e qualità museografica) che il museo da troppo tempo attendeva. Anche La Gnam (39) di Roma cresce e non poco: 13 posizioni e +70mila visitatori nelle sale riallestite da Cristiana Collu. Sempre a Roma, ma oltretevere, fanno sempre boom i Musei Vaticani (quarti nel mondo e +400mila ingressi), dallo scorso anno guidati per la prima volta nella loro storia da una donna, Barbara Jatta. Un milione di ingressi in più a Washington, alla National Gallery (7). Più 770mila al Victoria and Albert Museum (12), l’unico grande museo londinese in crescita.


6° - il Tate Modern di Londra

A Tokyo, in aumento il National Art Center (17) a cui si aggiunge (da quest’anno in classifica) il Tokyo Metropolitan Art Museum (21). Ma a crescere sono ovviamente i musei nati da poco: tra tutti, a Washington, il grandioso National Museum of African American History and Culture (23) della Smithsonian Institution, inaugurato nel settembre 2016; e la National Gallery di Singapore (41), il maggiore museo pubblico del Sud-Est asiatico ora nella sede aperta a fine 2015.


7° - National Gallery of Art di Washington


Un vero boom è quello della Fondation Louis Vuitton di Parigi (48), inaugurata nell’ottobre 2014, che lo scorso anno ha accolto quasi un milione e mezzo di visitatori soprattutto grazie alla mostra blockbuster (ma di qualità), con la collezione d’arte impressionista e moderna di Sergei Schukin. Grandi risultati anche per il Kunsthistorisches Museum (46, + 46 posizioni) di Vienna: un’ottima premessa per l’austriaco Eike Schmidt che, alla conclusione del suo primo mandato agli Uffizi, ha già annunciato che andrà alla guida proprio del megamuseo asburgico.

8° - National Gallery di Londra

Gli anniversari contribuiscono sempre a far crescere i visitatori, e il 2017 non è un’eccezione. Il ventennale del Guggenheim Museum (53) di Bilbao ha portato il museo basco, anche grazie a mostre di successo, al secondo miglior risultato della sua stroria. Così anche il Reina Sofía (11) che a Madrid ha richiamato 200mila visitatori in più dell’anno precedente grazie a un anniversario non suo, ma di un capolavoro custodito nelle sue sale: «Guernica», realizzata da Picasso 80 anni prima.



E CHI SCENDE...

Ciò che guardagna il Reina Sofía lo perde, nella stessa Madrid, il Museo Nacional del Prado (18): meno 200mila ingressi. A New York è il MoMA (19) a perdere posizioni. Ad Amsterdam, il Rijksmuseum (29, meno sette posizioni e -100mila ingressi). A Mosca, la Galleria Tret’jakov (33, meno 12).

9° - National Palace Museum di Taipei

Stupisce il crollo pressoché generalizzato di Londra, in piena Brexit: il British Museum (5, meno due posizioni) perde mezzo milione di biglietti staccati, la National Gallery (8, era 4) additittura un milione. Meno 22 posizioni per l’Imperial War Museum (86). In Italia, dal podio esce la medaglia d’argento del 2017: Palazzo Ducale di Venezia che quest’anno non ha fornito i suoi dati. Chissà perché. A ringraziare è Castel Sant’Angelo a Roma.

10° - Hermitage di San Pietroburgo

Perde posizioni Torino, nel suo complesso: meno «grandi mostre», meno promozione e comunicazione, e a soffrirne sono sia Palazzo Madama (45) sia la Gam (67). Sotto accusa la nuova amministrazione grillina della sindaca Chiara Appendino, vittima anche del confronto con l’iperattiva Giunta meneghina. Tra i grandi musei statali, scende il Museo Nazionale Romano (35 da 26) a Roma e il Museo di Palazzo Ducale di Mantova (34 da 24: ma nel 2016 la città era stata Capitale italiana della Cultura).



DALL'ITALIA: I SUPERMUSEI... E GLI ATRI

Molto si è detto e si è scritto a proposito dei numeri «fantasmagorici» ogni anno vantati da Franceschini: «+5 milioni di ingressi e +20 milioni di euro» (cfr. n. 383, feb. ’18, p. 8) nei musei statali rispetto all’anno precedente; +31% dei visitatori in quattro anni (ma Museo Egizio di Torino e Venaria non sono musei «statali», bensì fondazioni private partecipate dal Mibact) e +53% negli incassi, che nel 2017 hanno sfiorato i 200 milioni di euro (ma il prezzo medio dei biglietti è aumentato del 5,23%).


Galleria degli Uffizzi di Firenze 1° in Italia e 26° nel mondo

Conferma per i «top six»: Uffizi, Accademia di Firenze, Castel Sant’Angelo, Venaria, Pitti ed Egizio. Migliori variazioni percentuali (+22% circa) per Caserta, Pitti e Capodimonte. Oltre la metà degli ingressi totali sono concentrati nei «supermusei» dotati di autonomia. A queste istituzioni (ora arrivate al numero di 32), centrali nella riforma del Mibact personalmente guidata da Franceschini, dedichiamo un’apposita tabella (cfr. qui a fianco), utile per verificare gli obiettivi raggiunti anno dopo anno, almeno per quanto riguarda l’affluenza.


2° in Italia il Museo Egizio di Torino


A fronte di tanta retorica sui numeri, c’è anche chi preferisce non fornirli. È il caso di due fondazioni come Sandretto Re Rebaudengo di Torino e Prada di Milano (scelta legittimissima, ma perché tenere i numeri se la scelta è verso la qualità?). D’altro canto, c’è anche chi, come le Gallerie d’Italia di proprietà della banca Intesa Sanpaolo, non concede dati «scorporati»: sappiamo quindi che, nel 2017, le loro quattro sedi hanno attirato 463.899 visitatori, ma non sappiamo esattamente dove questi siano andati e per vedere che cosa. I più (immaginiamo) in Piazza Scala a Milano, qualcun altro a Napoli (a Palazzo Zevallos Stigliano) e a Vicenza (a Palazzo Leoni Montanari, dove c’è anche un museo delle icone).

3° in Italia è la Galleria dell’Accademia

E magari nella somma complessiva è stato conteggiato anche chi è stato ospite del grattacielo torinese di Renzo Piano, in occasione di qualche mostra ed evento. Perché i conteggi non sono per nulla uniformi e, tra musei pubblici e privati, statali e locali, i criteri e le modalità (biglietti scorporati per le mostre o no?) sono diversi e spesso difficilmente confrontabili. Ma questo è ancora un altro capitolo.


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